Economia

Dossier Caffeina: «Offerta omnicanale la prossima sfida»

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    Dossier | N. 53 articoliEcco le 350 magnifiche Pmi della classifica italiana

    Caffeina: «Offerta omnicanale la prossima sfida»

    
Tiziano Tassi, cofondatore  e Ceo di Caffeina, radici a Parma  e spirito globale
    Tiziano Tassi, cofondatore e Ceo di Caffeina, radici a Parma e spirito globale

    Innovare continuamente, senza dimenticare le proprie radici, ben piantate nella provincia italiana. A guardare la parabola di Caffeina, una delle agenzie di digital marketing più importanti, presente nella classifica Leader della crescita 2019 stilata da Il Sole-24Ore e Statista, sembra questo il segreto del successo. Un successo che l’ha portata per due anni nella classifica FT1000 del Financial Times delle imprese europee a più forte crescita. Traguardi importanti per una società nata nel 2012 dall’iniziativa di tre compagni di università. E che in breve tempo è passata da tre dipendenti (il ceo Tiziano Tassi e i soci Antonio Marella e Henry Sichel) a 110, nelle tre sedi di Parma, Milano e Roma. Non solo. Di recente Caffeina ha anche inaugurato un nuovo headquarter (sempre a Parma) ed è diventata società per azioni (con clienti come Ferrero, Barilla, P&G, Motta, Parmalat, Bauli).

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    Tiziano Tassi, come si fa a raggiungere una visibilità europea nascendo in provincia?
    Attraverso una mentalità glocal: al tempo stesso
    globale e locale. Lavorare a Parma ci consente di mantenere umiltà e concretezza, cui abbiamo unito la voglia di guardare lontano, prendendo come riferimento i grandi player internazionali.

    Quali le leve della crescita?
    Il nostro atteggiamento customer centrico. Io e i miei soci abbiamo dato vita al tipo di agenzia che sognavamo di trovare quando eravamo clienti. Un’agenzia creativa e capace di avere un impatto sul business.

    Che cosa offrite di diverso rispetto alle agenzie tradizionali?
    Abbiamo puntato sul digitale in anni in cui veniva ancora guardato con sospetto. Il tempo ci ha dato ragione. Oggi questo aspetto non è più uno dei tanti verticali nelle strategie delle aziende, ma un concetto trasversale su cui costruire tutta la comunicazione e il marketing. Inoltre abbiamo puntato sull’innovazione tecnologica, offrendo servizi come la realtà virtuale, il machine learning e lo smart voice assistant.

    A quando un ufficio all’estero?
    È un nostro obiettivo. Ma riteniamo che nel prossimo triennio ci sia ancora spazio per consolidarci qui. Dopo concentreremo su dove e come fare questo passo. Già ora, il 30% dei progetti hanno un respiro internazionale. Ma si tratta di una percentuale che intendiamo aumentare anche accrescendo la componente non italiana del team. Prevediamo una crescita del personale di circa il 20% già nella prima metà 2019.

    Quali sono le sfide che vi attendono nel prossimo futuro?
    La sfida più grande è riuscire ad affermarci nell’area della comunicazione tradizionale intesa come tv, radio e stampa. L’obiettivo è diventare omnicanale. Per farlo abbiamo previsto anche nuovi ingressi nel senior management che annunceremo a gennaio.

    E a livello di fatturato?
    Chiuderemo il 2018 tra i 6 e i 7 milioni di fatturato. Per il 2019 contiamo di raggiungere quota 9-10 milioni.

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