Ci stanno pensando tutti. Anzi, c’è anche chi ci ha già messo dei soldi ma aspetta per avere certezza che tutto funzioni bene. L’intelligenza artificiale applicata al commercio elettronico è il sogno proibito di una industria che fatica a emergere. Soprattutto in Italia dove scontiamo un ritardo forse incolmabile rispetto a Paesi simili per composizione sociale ed economica come ad esempio la Spagna o la Francia. Quest’anno però sembra chiaro dove si debba puntare: food and grocery.
Sfogliando l’ultimo rapporto redatto dall’Osservatorio Osservatorio Polimi-NetComm scopriamo che quattro utenti su cinque non possono contare su un servizio adeguato quando si rivolgono a prodotti di supermercato. Tradotto in positivo significa che in quel segmento c’è un ampio spazio di crescita. E a confermarlo sono gli stessi numeri dell’Osservatorio. Nel 2018 l'eCommerce B2c in Italia supera i 27,4 miliardi di euro (+16% rispetto al 2017). La crescita del mercato in valore assoluto, pari a 3,8 miliardi di euro, è la più alta di sempre.
Se stringiamo lo sguardo e guardiamo al mercato più da vicino scopriamo che sui prodotti i tassi di crescita raggiungono il 25% e rappresentano il 56% dell’eCommerce B2c totale. Parliamo di un giro d’affari da 15 miliardi, trainato principalmente ai buoni risultati di Informatica ed elettronica (4,6 miliardi, +18%), Abbigliamento (2,9 miliardi, +20%), Arredamento & home living (1,4 miliardi, +53%) e Food & grocery (1,1 miliardi +34%).
Quest’ultimo segmento ha visto nell’ultimo anno l’ingresso di attori stranieri come Uber e di big di prima grandezza come Amazon che nelle grandi città hanno cominciano a portare nelle case degli italiani frutta, verdura e alimenti freschi. Sulla palla ci sono naturalmente gli attori tradizionali della grande distribuzione come Esselunga, Carrefour, Coop e anche ex startup di successo come Supermercati24. Come ha avuto modo di sottolineare anche Roberto Lisca, presidente di Netcomm, il cibo è la prima voce di spesa degli italiani, inoltre nel mondo ci sono quasi due miliardi di persona che comprano online. Come dire la direzione sembra chiara. Il cambio di paradigma, come dicono gli esperti di tecnologia è dietro l’angolo. E si chiama machine learning.
Immaginate di ricervere indicazioni e informazioni sui prodotti che vi interessano, sulle novità, gli sconti, le promozioni. Se siete appassionati di biscotti il vostro servizio di commercio elettronico potrebbe tenervi aggiornato se esce un prodotto nuovo. O quando ordinare per avere degli sconti. Il tool di intelligenza artificiale potrebbe “guardare” - con il vostro consenso - dentro il vostro sacchetto della spesa e formulare - sempre con il vostro consenso - una nuova generazione di consigli per gli acquisti. Da risolvere ci sono non pochi nodi in termini di privacy e di maturità degli algoritmi di computer vision. Ma per le Pmi che possono investire in tecnologia e che magari si occupano di settori di nicchia, come nel caso della filiera italiana, l’Ai potrebbe diventare davvero l’arma per confrontarsi con chi è più grosso di loro.
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