La robotica per passione. Nasce così l’esperienza di Raoul Marchetti, fondatore e presidente della MgM Robotics di Cumiana, nel Torinese, accanto a suo figlio, Mariano Marchetti, che è il ceo. Una realtà – presente nella classifica «Leader della crescita» stilata da Il Sole-24Ore e Statista – con alle spalle anni di esperienza sul campo, accanto a un campione italiano della robotica come Comau. Oggi la MgM Robotics è partner di Comau, il core business si focalizza nella progettazione, costruzione e installazione di celle robotizzate chiavi in mano.
tre milioni e mezzo di ricavi e una ventina di dipendenti: la MgM Robotics è una pmi già proiettata sui mercati internazionali. «Abbiamo il partner MGM Sud America con sede in Argentina – racconta Marchetti – ora stiamo lavorando molto negli Stati Uniti, in Messico, in Marocco, in Brasile, in Sudafrica ed in Europa». Uno dei punti di forza della MgM è il sistema Euromap sviluppato per lo scarico presse plastiche automatizzato e pensato intorno ad un robot antropomorfo. «Abbiamo fatto un grosso investimento per sviluppare questo sistema – racconta Marchetti – e ora stiamo lavorando molto bene nel comparto, si tratta di un prodotto affidabile tanto che i più grandi brand del mondo Automotive e General Industries lo stanno utilizzando».
Oltre al sistema Euomap, l’azienda propone sistemi di Tool change, sistemi di saldatura ad arco, sistemi di saldatura spot, sistemi di palettizzazione, sistemi di spalmatura, di manipolazione e di visione. Con una completa flessibilità dell’azienda, in grado di rispondere alle richieste di mercato: studia, progetta, realizza, trasporta, installa e forma il personale, le celle robotiche della MgM inoltre sono certificate per i mercati europeo e americano. L’azienda è organizzata in divisioni che si occupano di progettazione meccanica, pneumatica, elettrica, software, manualistica e assistenza.
Alla base del successo di MgM, la scommessa su un prodotto italiano, i robot di Comau, «con un potenziale altissimo» fa notare Marchetti. In sostanza, la progettazione dei tecnici e degli ingegneri della Mgm sfrutta il software operativo di cui sono dotati i robot, «senza dimenticare – aggiunge Marchetti – che si tratta di macchine destinate a lavorare in linea di produzione, nelle officine e non nei laboratori di ricerca, con modalità che devono essere intuitive per l’operatore». Con un occhio al futuro: «L’assistenza in remoto è già oggi una realtà – spiega Marchetti – il nostro team di tecnici è in grado nella maggior parte dei casi di risolvere il problema operativo di un impianto che si trova dall’altra parte dell’oceano. Oggi riusciamo a guardare dentro al cuore di un robot grazie ad una semplice applicazione sul telefonico ma nel futuro l’interfaccia con la macchina sarà la parola». Quella che Marchetti definisce “Industria 5.0” è già in fase avanzata di sperimentazione.
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