Portare il digitale in un settore ancora poco tecnologico com’è quello delle attività e delle esperienze che si possono fare in viaggio. A fare la fortuna di Musement è stata un’idea semplice ma geniale e la capacità dei quattro fondatori – Alessandro Petazzi, Fabio Zecchini, Paolo Giulini e Claudio Bellinzona - di avere fin dall’inizio una visione internazionale. Grazie a questi ingredienti la società - presente nella classifica Leader della crescita 2019 stilata dal Sole-24Ore e da Statista - è riuscita in cinque anni a raggiungere un obiettivo che nell’ecosistema italiano delle startup è ancora un’eccezione. Musement ha realizzato infatti lo scorso settembre una delle più grandi exit nel settore tech (di cui non è stato reso noto il valore).
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La startup è stata acquisita dal colosso tedesco del turismo Tui Group (che opera in 49 Paesi del mondo), che ha offerto a Musement la possibilità di proporre le proprie esperienze e servizi a un bacino potenziale di oltre 20 milioni di clienti. «Questa operazione – spiega il ceo Alessandro Petazzi – ci ha consentito di unire la forza offline di una grande azienda alla nostra abilità online. In concreto continuiamo a operare come abbiamo sempre fatto ma il bacino di clienti di Tui Group e le loro risorse economiche ci consentono di fare investimenti strategici e quindi di crescere più in fretta». Un vantaggio a cui si unisce anche la possibilità per Musement di fare accordi commerciali con grandi player partendo da una posizione negoziale molto più forte di quella che l’ex startup aveva prima dell’acquisizione. «Il nostro business – continua Petazzi - si basa sulla capacità di fare accordi commerciali con soggetti terzi e quindi distribuire i loro servizi e prodotti tramite il nostro sito e la nostra app. All’inizio era complicato convincere grandi player come compagnie aeree globali o catene alberghiere molto grandi. Oggi invece siamo nella condizione di farlo e si tratta di un vantaggio che non hanno nemmeno i nostri competitor stranieri che in questi anni hanno raccolto round di investimento ben più ricchi dei nostri. Nei prossimi mesi su questo fronte annunceremo diverse novità».
Eppure nel contesto italiano, Musement, prima dell’acquisizione, è stata capace di raccogliere investimenti tutt’altro che trascurabili. La startup ha raggiunto infatti quota 15 milioni di euro, arrivati da diversi investitori tra i quali P101, 360 Capital Partners, Micheli Associati e Italian Angels for Growth. Un segno di fiducia in un business che consiste nel concreto in un servizio multipiattaforma per la prenotazione di esperienze di viaggio – come visite ai musei, escursioni, spettacoli e esperienze enogastronomiche - in tutto il mondo. «Musement – ricorda il ceo della società – è nata dall’intuizione che nonostante ci fossero già portali che aggregavano voli e alberghi, ne mancava uno che raccogliesse le esperienze che puoi fare una volta a destinazione. Abbiamo così messo insieme realtà fino a quel momento indietro dal punto di vista tecnologico creando un business a partire da un Paese, l’Italia, dove il turismo è una risorsa».
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