«Siamo molto impegnati nella progettazione di un albergo di lusso a Napoli nel cinquecentesco Palazzo Caravita di Sirignano acquistato a giugno scorso». Nunzio Colella, fondatore del gruppo Capri (forte dei marchi Alcott e Gutteridge e presente nella classifica Leader della crescita redatta dal Sole-24Ore e da Statista), è appena rientrato dalla Cina, dove il gruppo conserva l’80 % della produzione. Si divide tra consolidamento e sviluppo delle attività legate al fashion e una diversificazione spinta nel settore immobiliare e, a breve, turistico. «Sarà uno degli alberghi più importanti della città – dice Colella, il cui gruppo nel 2017 ha fatturato 300 milioni –. Per la ristrutturazione abbiamo consultato noti architetti americani. Nomi che si sono occupati di alberghi del calibro del Four Season».
Quanto impegnerete e quando?
Pensiamo che l’intervento costerà complessivamente all’incirca 25 milioni: del resto, si tratta di una struttura monumentale.
Se riusciremo a chiudere progetto e autorizzazioni per fine anno, potremo inaugurare l’albergo a fine 2020.
Palazzo Caravita è uno di numerosi investimenti immobiliari compiuti dal suo gruppo. Sono previste novità anche nel fashion?
Ce ne sono sia in Italia sia all’estero: ogni anno investiamo circa 30 milioni in nuove location. L’internazionalizzazione
è una priorità. Abbiamo aperto dieci nuovi negozi in Spagna, tra Granada, Madrid e Barcellona, che cominciano a darci risposte
positive. Siamo sbarcati con due punti vendita in Grecia, entrambi ad Atene. E ora puntiamo su Germania e Austria. Non abbiamo
acquisito ancora location, ma ci stiamo muovendo in tal senso.
E in Italia?
Anche in Italia pensiamo di arricchire e rinnovare la rete di vendita.
In che modo?
Stiamo studiando un nuovo concept di negozio, che dovrà sopratutto trasmettere sensazioni ed emozioni. Penso che il bel negozio
sia un’attrazione, ma adesso ci vuole qualcosa di più: solo facendo leva sull’esperienza potremo dare un senso alle strutture
fisiche di fronte alla crescita galoppante dell’e-commerce.
Ci spieghi meglio: come trasformerete i vostri negozi?
Pensiamo a nuovi punti vendita, meno estesi, al massimo di 200 metri quadrati, non più di 2mila; più vicini ai centri storici,
poiché pensiamo che il consumatore sia stanco di spostarsi in periferie nel traffico. E poi saranno luoghi in cui sarà possibile
incrociare la vendita fisica con quella online.
Anche il suo gruppo sta investendo sull’online?
Sì e da tempo. Ma l’e-commerce richiede un aggiornamento continuo, tecnologie avanzate. E soprattutto tanta organizzazione
Intanto avete in programma anche aperture in Italia?
Merano, Venezia. Apriremo a Monza, Sanremo. Nel 2019 contiamo almeno una quindicina di aperture.
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