Economia

Dossier Per Iris più servizi socio-sanitari

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    Dossier | N. 53 articoliEcco le 350 magnifiche Pmi della classifica italiana

    Per Iris più servizi socio-sanitari

    
Nicola Di Bari (al centro), 53 anni, è consulente aziendale e presidente della cooperativa sociale Iris di Manfredonia dal mese di aprile 2016. L’esperienza è nata alle porte di Foggia per la gestione di progetti di accoglienza per richiedenti asilo
    Nicola Di Bari (al centro), 53 anni, è consulente aziendale e presidente della cooperativa sociale Iris di Manfredonia dal mese di aprile 2016. L’esperienza è nata alle porte di Foggia per la gestione di progetti di accoglienza per richiedenti asilo

    Più servizi socio-sanitari nel «core business» di Iris, la cooperativa sociale di Manfredonia, alle porte di Foggia, che nella gestione dei progetti di accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati è quasi un caso di scuola. In pochi anni, tra il 2014 ed il 2017, il fatturato è infatti passato da 493mila euro a oltre 1,9 milioni, con un tasso di crescita del 58,40%, premiato con l’inserimento nella lista Leader della crescita 2019 del Sole-24 Ore e di Statista.

    La performance coincide, in larga parte, con l’arrivo del nuovo management alla guida della cooperativa, ad aprile 2016, che ha puntato, dapprima, sui bandi prefettizi per la gestione dei progetti Sprar di protezione e assitenza ai rifugiati, e poi, diversificando, anche sui servizi socio-sanitari per anziani, minori, disabili.

    La “mutazione” arriva con 3 nuovi soci, tutti manager, che rilevano il 90% delle quote sociali e candidano Iris, a partire dal 2017, ai bandi della prefettura di Foggia per richiedenti asilo e rifugiati. La cooperativa se ne aggiudica 4 nei comuni di Orsara, Apricena, Poggio Imperiale e Rocchetta Sant’Antonio, diventa una best practice in tutta la provincia di Foggia ed ottiene anche fondi regionali per la protezione e l’assistenza di immigrate costrette a prostituirsi.

    Nei progetti sono coinvolti quasi 500 immigrati ai quali vengono assicurati servizi di accoglienza (abitazione, cibo, assistenza psicologica,etc.) e di integrazione (corsi di lingua, educazione civica, diritto, animazione ludico-sportiva), e in molti casi, almeno il 10%, anche occasioni di lavoro in settori diversi (ristorazione, pesca, commercio ambulante).

    Il 2017 è anche l’anno della diversificazione nella gestione di strutture socio-assistenziali vere e proprie per famiglie, minori, anziani. Iris si aggiudica infatti la concessione, in altrettanti immobili comunali, della gestione di una casa di riposo per anziani, di una Rsa, di due strutture del “Dopo di noi” per i disabili adulti senza più legami famigliari. Con la nuova attività aumenta ancora il numero degli occupati, da 8 del 2014 a 57 del 2017, oltre a 40 tra addetti a tempo determinato e consulenti esterni (psicologi, mediatori culturali, avvocati,etc.).

    La decisione di diversificare è stata presa per tempo. I progetti Sprar, infatti, hanno margini limitati di redditività, trattandosi di rendiconti di spese effettuate poi rimborsate, e gli stessi affidamenti alla Iris sono a tempo perchè scadranno tutti nel 2020. Senza contare la graduale riduzione delle risorse statali per tutto il sistema dell’accoglienza dei migranti. «Abbiamo perciò deciso di diversificare puntando sui servizi socio-sanitari – ha spiegato Nicola Di Bari, 53 anni, consulente aziendale e presidente della cooperativa da aprile 2016 –. Ci crediamo molto e stiamo valutando anche la fusione con un’altra cooperativa foggiana molto attiva in questo segmento assistenziale».

    Se la fusione ci sarà il fatturato di Iris, già oggi a 2,6 milioni di euro, potrebbe aumentare, in tempi brevi, fino a 3,5 milioni.

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