Negli ultimi anni la distribuzione auto ha sofferto molto. La crisi ha colpito duro, lasciando sul campo dal 2007 quasi la metà della rete di vendita passata da 2.785 dealer agli attuali 1.454 (con 44,5 miliardi di ricavi). È cambiato tutto. Il mercato, il prodotto, la mobilità, il cliente. Le vendite ai privati continuano a scendere dal 72,8% del 2007 al 56,5% del mercato a fine 2017, a vantaggio del noleggio soprattutto di lungo termine. La distribuzione è in fermento e si sta riplasmando, attraverso ristrutturazioni, acquisizioni e rifinanziamenti, se non vere e proprie new entry. Sopravvivono i più dinamici. E, paradossalmente, crescono bene, proprio grazie al loro dinamismo e all’aver intercettato formule nuove, come la strategia multimarca, la digital transformation, l’ottimizzazione della gestione del cliente (Crm) e la collaborazione con le imprese del noleggio a lungo termine, la cui rilevanza nel settore automotive è cresciuta nel corso degli anni.
Non stupisce, quindi, che ci siano sei imprese del settore distribuzione auto nella lista Leader della crescita 2019 Il Sole-24 Ore – Statista, per un fatturato che nel 2017 complessivamente sfiora i 200 milioni. Il fatturato medio di categoria è di 30,5 milioni. Dai dati del Controller di Italia Bilanci risulta quindi che non sarebbero pochi i dealer auto che per ammontare dei ricavi si sarebbero potuti candidare all’ingresso nella lista. Non tutti potrebbero però vantare una crescita media annua (Cagr) da record. È questo il caso, invece, delle sei aziende in graduatoria.
Oltre a De Bona Venezia, già analizzata in altro articolo su questo Rapporto del Sole 24 Ore, il dealer con il più alto Cagr è Five Motors con sede a Brindisi e filiale a Taranto, che gestisce i marchi Nissan, Renault e Dacia. La società è di recente fondazione, avendo iniziato l’attività verso la fine del 2014 (anno concluso con poco più di 6 milioni di ricavi). Va da sé che nei tre anni successivi lo sviluppo sia stato considerevole, perché da 27 milioni del 2015 è cresciuta a oltre 50 milioni nel 2017 con un ragguardevole Cagr del 101,62% che gli assicura il 48esimo posto della lista.
Segue all’88esimo posto City Motors, concessionaria Toyota di Monza, azienda che ha iniziato nel 1999 come rivenditore Daewoo e ha acquisito il marchio Toyota nel 2015, operazione che spiega l’impennata del Cagr a 74,59% con fatturato 2017 a oltre 23 milioni. Prima del mandato giapponese i ricavi non andavano oltre i 5. Il caso della Seren Automobili, che segue nella lista, non offre a prima vista particolari spunti di analisi perché il fatturato di partenza è riportato in 626 mila euro e quello di fine periodo 3 milioni.
Interessante il caso del Gruppo M, concessionaria Lexus di Bologna, con un Cagr del 54,17% e un fatturato di tutto rispetto (54 milioni di euro nel 2017). La concessionaria, che ha iniziato l’attività nel 2009, rientra nel gruppo Morini, operante tra Bologna, Modena e Imola con una rete di concessionarie e di filiali e che gestiscono marchi vari tra i quali Lexus, Toyota, Nissan, Infinity, Honda, Subaru e altro. Da ultimo Peragnoli Auto di Siena, concessionaria Land Rover di Barberino Val d’Elsa (FI), anch’essa di recente costituzione, perché avviata nel 2012: nel 2014 ha preso miglior ritmo e lo sviluppo è arrivato a quota 14 milioni nel 2017.
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