In pensione prima ma con un assegno più leggero. La controriforma gialloverde non è ancora arrivata in Gazzetta Ufficiale
ma ha già centrato un risultato. Superare la Fornero si può, lo abbiamo capito tutti, ma ha un costo.
La simulazione offerta ieri dall’Ufficio parlamentare di bilancio, la prima di un’authority istituzionale in attesa del disegno
di legge con relazione tecnica, spiega che scegliere “quota 100” può costare, in termini di minore pensione, dal 5,6% in caso
ci si ritiri un anno prima rispetto ai requisiti a legislazione invariata, fino al 34,7% in caso di uscita nel 2019 di chi
avrebbe maturato la pensione (con la Fornero) nel 2025.
Pensione più leggera ma riscossa più a lungo
Una pensione più leggera, si dirà, ma intascata per qualche anno in più rispetto agli altri. Anche questi anni in più contano
naturalmente, e bisogna tenerne conto. Il che significa, attualizzando i valori degli assegni “quota 100” rispetto a quelli
targati Fornero, una perdita minima effettiva nel lungo termine dello 0,22% per chi va via l’anno prossimo anziché aspettare
il 2020, e una perdita massima dell’8,65% per chi nel 2019 scegliesse una pensione da quotista anticipando di 6 anni la pensione
standard che avrebbe invece maturato nel 2025.
Come calcolare la convenienza di “quota 100”
Le simulazioni di UpBilancio, che confermano a grandi linee altre simulazioni anticipate anche dal Sole24Ore, consentono facilmente
di farsi un primo approssimativo calcolo di convenienza. In ballo ci sarebbero, il prossimo anno, 437.132 quotisti potenziali,
ovvero lavoratori con una posizione contributiva attiva presso l’Inps che possono scegliere questo nuovo canale di uscita
con 62 anni di età e 38 minimi di versamenti. Si vedrà quanti la sceglieranno davvero e quando. La simulazione, effettuata
sulla base di un dataset Inps conta 187mila dipendenti privati, 92mila parasuburdinati e 157mila dipendenti pubblici, con
pensioni medie lorde annue da circa 30mila euro. L’anno prossimo, sempre stando alla simulazione UpB e facendo riferimento
ai soli lavoratori attivi (esclusi dunque coloro che hanno un temporaneo vuoto contributivo), andrebbero in pensione con gli
altri canali previsti dalla Fornero altri 183.460 lavoratori, questi senza alcuna penalizzazione sull’assegno perché hanno
raggiunto i requisiti per la vecchiaia a 67 anni, l’anticipo a 43 e 3 mesi oppure perché sono precoci, e avendo lavorato almeno
un anno prima dei 19 possono ritirarsi con 41 anni.
La staffetta con nuove assunzioni
Ultima curiosità della simulazione UpBilancio riguarda il tema della sostituzione: per ogni pensionato quotista un nuovo assunto?
La staffetta non sembra valere almeno per il pubblico impiego, visto che a fronte dei potenziali 157mila possibili candidati
al ritiro (non tutti lo faranno, la scelta è volontaria, bene ripeterlo) il ddl di Bilancio (sezione I) prevede flussi annuali
di nuove assunzioni nella Pa per 7.661 persone nel 2019, 5.280 nel 2020, 4.253 nel 2021.
Magari il mercato del lavoro privato mostrerà più dinamismo, un’ipotesi al momento tutta da dimostrare.
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