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Dossier Auto diesel, blocchi del traffico con scatola nera solo su base volontaria

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Dossier | N. 509 articoliCircolazione stradale

Auto diesel, blocchi del traffico con scatola nera solo su base volontaria

I blocchi del traffico con scatola nera in Lombardia forse si riusciranno a fare davvero, ma solo su base volontaria: le limitazioni resterebbero analoghe a quelle attuali (cioè basate sulla classe Euro di emissioni nocive), ma chi ha un diesel obsoleto e percorre pochi chilometri potrebbe essere esentato se si sottoponesse al controllo di questo dispositivo.

Dovrebbe fermarsi solo dopo aver sforato la soglia di percorrenza massima fissata dalla Regione. Lo ha chiarito l’assessore regionale all’Ambiente, Raffaele Cattaneo.

Dunque, una proposta non irrealizzabile come quella emersa a fine ottobre. Ma occorrerà valutarla alla luce degli sviluppi futuri delle scatole nere, ancora incerti: i ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico devono ancora fissare le caratteristiche tecniche che i dispositivi dovranno avere se utilizzati per fini tariffari (gli sconti “obbligatori” previsti dalla legge sulla concorrenza, la 124/2017) e di determinazione delle responsabilità dei sinistri.

Non è detto che questa partita, che si gioca in campo nazionale, finisca in tempo utile per far partire le esenzioni con scatola nera all’inizio della prossima stagione di blocchi del traffico (il 1° ottobre 2019). Cattaneo ha dichiarato che si sta pensando di introdurre la novità proprio da quella data, ma sarebbe opportuno che la Regione Lombardia attendesse i decreti ministeriali. Per evitare che qualcuno possa essere indotto a installare un dispositivo poi inadatto ai fini assicurativi e per avere una procedura che dia qualche garanzia sull’effettivo abbinamento di una data scatola nera a un dato veicolo (ci possono essere truffe da parte di chi la smonta o non la monta affatto, per far risultare che non circola mai).

Cattaneo, che parlava a un evento sulle flotte aziendali organizzato dalla rivista Quattroruote, ha anche parlato di un’ipotesi di incentivi regionali per un totale di 50 milioni di euro a chi acquisterà nel 2019 un’auto elettrica o Euro 6D-Temp o Euro 6D (le nuove categorie da non confondere con le Euro 6A e le Euro 6B ancora offerte sul mercato del nuovo e del km zero).

La Regione è però pressata a fare di più. L’ultimo rapporto dell’agenzia Ue per l’Ambiente, reso noto nelle scorse settimane e relativo al 2017, segnala che la Lombardia è una delle regioni più inquinate d’Europa e che la qualità dell’aria è in peggioramento.

Anche per questo le associazioni ambientaliste chiedono di fare di più, usando anche l’arma legale: proprio stamattina la onlus milanese Cittadini per l’Aria ha annunciato di aver depositato al Tar Lombardia un ricorso contro la nuova versione del Pria (il Piano regionale di interventi per la qualità dell’aria), approvata lo scorso agosto dopo che quella precedente era stata oggetto di un altro ricorso, due anni fa.

L’azione legale conta sulla collaborazione di Ugo Taddei, avvocato specializzato in materia perché lavora per ClientEarth, organizzazione che ha già portato avanti iniziative analoghe con risultati in Germania, Regno Unito, Francia e Polonia. Ma solo in Germania la combinazione tra blocchi del traffico imposti dalle amministrazioni locali e pressioni della politica ha inditto i costruttori a stanziare una cifra considerevole (si parla di 3.000 euro) per montare su ogni vettura diesel già circolante filtri e aggiornamenti che consentano di ridurne realmente le aemssioni di polveri sottili e biossido di azoto.

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