Il governo smonta la riforma delle banche di credito cooperativo (Bcc). Gli emendamenti al decreto fiscale presentati dalla Lega eliminano di fatto l’obbligo di adesione delle Bcc ai gruppi unici, fulcro della riforma del 2016. Le banche, recita un emendamento, «hanno la facoltà di adottare, in alternativa alla costituzione del gruppo bancario cooperativo, sistemi di tutela istituzionale».
«Si sta ragionando su varie ipotesi - ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro - vedremo la migliore. Credo in ogni caso che al di là dell'esistenza di questi gruppi è necessario garantire che questi gruppi non diventino, come sono oggi nell'intenzione dell'ex premier, delle spa scalabili, tra l'altro anche da banche straniere».
In mattinata a Palazzo Chigi si è svolto un nuovo vertice dopo quello di ieri notte per il premier Giuseppe Conte con i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Sul tavolo della riunione, cui hanno preso parte anche i Cinque Stelle Stefano Buffagni e Carla Ruocco e il leghista Alberto Bagnai, il tema delle banche di credito cooperativo. «Per quanto riguarda le Bcc la nostra volontà è quella di sostenere le banche del territorio tramite un pacchetto di interventi. Le Bcc diano credito alle piccole e medie imprese del Paese e e non si mettano a speculare in Borsa. Il risparmio è sacro ed è al sicuro, ora basta giocare con i risparmi delle famiglie e delle imprese» ha detto Luigi Di Maio nel corso del vertice a Palazzo Chigi.
Di «un'ulteriore riflessione su come tutelare il carattere di mutualità e di territorialità del credito cooperativo alla luce degli sviluppi della riforma delle Bcc» riferisce invece una nota della Lega al termine del vertice. «Proseguendo sulla strada già intrapresa con l'intervento effettuato nel decreto Milleproroghe - che aveva riscontrato generale apprezzamento nel settore - e tutelando la stabilità dei gruppi costituendi».
Intanto la Commissione Ue ha ricevuto la lettera dell'Italia sulla manovra inviata la scorsa notte, che ora risultata pubblicata sull'apposito sito dedicato alle bozze di bilancio 2019 per i Paesi dell'Eurozona. Bruxelles in questa fase non commenta sui contenuti ricevuti da Roma, e compierà la sua analisi nel contesto del semestre europeo. Le valutazioni sui bilanci per tutti i Paesi, salvo cambiamenti, sono infatti attese per il 21 novembre.
Nei prossimi giorni è attesa anche una decisione su nomine come quelle per Consob e Antitrust di cui non è escluso si sia parlato nel confronto politico di stamani.
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