La terza sezione della Corte di Appello di Napoli - con la formula «non ha commesso il fatto» - ha assolto dall’accusa di incendio doloso Paolo Cammarota, il custode di Città della Scienza condannato in primo grado con l’accusa di essere il responsabile del rogo che il 4 marzo del 2013 ha distrutto un ampio settore della struttura, nella zona di Bagnoli, a Napoli. Lo scorso 7 maggio il procuratore generale aveva chiesto la conferma della condanna a sei anni emessa in primo grado.
Condanna in primo grado
In primo grado Cammarota venne condannato al termine di un processo con rito abbreviato iniziato il 24 giugno del 2016 e terminato
il 2 dicembre dello stesso anno con il verdetto emesso dal gup Maria Aschettino, la quale accolse le richieste dei pm Michele
del Prete e Ida Teresi. Idis Città della Scienza, parte civile, è stata rappresentata dall’avvocato Giuseppe De Angelis: «Prendiamo
atto della decisione della Corte d'Appello ma siamo certi la Procura svilupperà ulteriori indagini per individuare l'autore
di un evento che la lasciato per molto tempo una cicatrice sul volto di Napoli».
Legali imputato: ora trovare veri responsabili
«Paolo ha accolto la notizia urlando di gioia, ora ha gli occhi gonfi di lacrime per la contentezza» hanno detto Luca Capasso
e Antonio Tomeo, gli avvocati difensori di Cammarota commentando la sentenza di assoluzione. «Siamo soddisfatti del risultato
ottenuto, - hanno aggiunto i due legali - Cammarota ha sempre creduto nella giustizia e sapeva che prima o poi la verità sarebbe
venuta a galla». «Adesso - hanno concluso - bisogna trovare i veri responsabili dell’incendio».
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