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Bcc, la contro-riforma non decolla: slitta l’alternativa del…

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Bcc, la contro-riforma non decolla: slitta l’alternativa del gruppo unico

AGF
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La controriforma del credito cooperativo si fermerà al confine della provincia di Bolzano. Perlomeno la parte più significativa ai correttivi rispetto alla norma varata nel 2016 dal governo Renzi. Nel pomeriggio di ieri è stato approvato in commissione finanze del Senato solo un emendamento relativo a un correttivo sulla vigilanza sul credito cooperativo, in modo tale da assicurare che l’operato della capogruppo sia coerente con le finalità mutualistiche delle singole Bcc. Il piatto forte, ovvero la rielaborazione dell’emendamento 20.0.5 che dà facoltà alle 39 casse Raiffeisen di optare per la creazione di sistemi di tutela istituzionale, i cosiddetti Ips, in alternativa alla costituzione del gruppo, slitta con tutta probabilità a lunedì. In verità ormai per la maggioranza di governo la necessità di trovare una via d’uscita per le banche bolzanine sta diventando una corsa contro il tempo, considerati i due ricorsi, uno al tribunale civile di Bolzano e l’altro al Tar del Lazio, depositati durante la settimana per conto della Cassa Raiffeisen di Nova Pontente-Aldino contro la riforma del credito cooperativo. Il tribunale civile è chiamato a decidere in tempi rapidi, ex articolo 700, sulla sospensione della norma e sull’opporunità di sollevare la questione incidentale di incostituzionalità. Stessa richiesta è stata avanzata al Tar del Lazio, che avrebbe già fissato una camera di consiglio per il prossimo 4 dicembre al fine di decidere sulla sospensiva. Se, da una parte, la Lega ha deciso di fare un passo indietro, ritirando gli emendamenti che avrebbero scardinato la riforma rendendo facoltativa l’adesione ai gruppi, dall’altra se non agisce in fretta rischia di trovarsi la riforma bloccata da tribunali. Le casse Raiffeisen hanno fatto sapere che sono pronte a ritirare i ricorsi se l’obbligo di costituirsi in gruppo verrà a cadere nel loro territorio.

Il percorso non è però semplicissimo perchè ci sarebbe un tema di come dare attuazione al percorso facoltativo visto che, come si fa notare nel testo dei ricorsi, la capogruppo Raiffeisen su istanza della Banca d’Italia ha spinto le Bcc a completare tutto il processo approvativo fino a portarle, lo scorso 16 dicembre, alla sottoscrizione del contratto di coesione e il 20 novembre a presentare a Bankitalia la richiesta di iscrizione nell’albo dei gruppi bancari. Il gruppo avrebbe dovuto iniziare a operare dal prossimo primo gennaio. Per questo motivo le Bcc locali avevano proposto ai parlamentari di introdurre una moratoria di 12 mesi, che però rischiava di dover essere allargata a tutto il sistema del credito cooperativo - dunque anche a Cassa centrale banca e a Iccrea - che invece proprio in queste settimane sta completando il processo di costituzione dei gruppi. Quale sia la soluzione trovata ancora non è noto, anche se c’è comunque chi fa notare che le assemblee delle 39 Bcc altotesine hanno approvato l’adesione al gruppo con una clausola di salvaguardia che rende nulla la decisione nel momento in cui subentra una normativa diversa.

Nel gruppo Ccb 63 banche su 87 hanno già deliberato l’adesione; le assemblee delle Bcc del gruppo Icrrea si terranno a dicembre con l’obiettivo di compiere l’atto finale per la costituzione del gruppo l’8-10 gennaio, come spiegato nei giorni scorsi dal presidente Giulio Magagni. Magagni ha chiarito il motivo delle deleghe che le assemblee dovranno approvare per un eventuale aumento di capitale. La delibera, inserita da tutte le Bcc del gruppo nelle convocazioni delle assemblee straordinarie chiamate alle modifiche statutarie funzionali all’adesione ai gruppi cooperativi, ha chiarito, «è la forma tecnica con la quale si dà seguito alle disposizioni di vigilanza emanate dalla Banca d’Italia che impongono ai cda di tutte le Bcc, a prescindere dalla solidità patrimoniale e dalla scelta del gruppo, di poter emettere azioni di finanziamento. Queste ultime consentiranno alla capogruppo, qualora ve ne fosse la necessità, di sostenerle patrimonialmente senza dover attendere i tempi previsti per le assemblee straordinarie. La delega è quindi meramente funzionale alla creazione del sistema di garanzia che, unitamente ad altri strumenti, permetterà di rafforzare ulteriormente la solvibilità delle banche aderenti ai gruppi bancari cooperativi».

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