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Dl sicurezza lunedì in Aula alla Camera senza modifiche

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concluso l’esame In commissione

Dl sicurezza lunedì in Aula alla Camera senza modifiche

A tre giorni dall'approdo in Assemblea alla Camera, fissato per lunedì 26 novembre, il Movimento 5 Stelle ha deciso di ritirare i propri emendamenti al decreto legge sicurezza e immigrazione, all’esame in seconda lettura in commissione Affari costituzionali. Dopo la richiesta di modificare il testo varato con la fiducia al Senato il 7 novembre arrivata al capogruppo da 19 “ribelli” 5S (su proezione speciale ai migranti, rete Sprar e vendita beni confiscati), erano rimasti in corsa una manciata di emendamenti. Il passo indietro fa esultare la Lega esulta: «È l'esito di accordi presi dai vertici, sta andando tutto molto veloce» conferma il deputato del Carroccio Gianluca Vinci.

Salvini: fiducia? deve essere legge entro il 3 dicembre
La prossima settimana il decreto arriverà in Aula a Montecitorio senza modifiche rispetto al testo approvato da Palazzo Madama. Oggi la commissione Affari costituzionali non ha infatti approvato alcun emendamento, blindando di fatto il provvedimento in forza della ritrovata intesa tra M5S e Lega sui temi della giustizia dopo il via libera al ddl anticorriuzione. E aprendo la strada alla richiesta del voto di fiducia, praticamente certa. La conferma è arrivata dal vicepremier Matteo Salvini. Il decreto sicurezza «o è legge entro il 3 dicembre o è stato uno sforzo inutile, quindi, siccome mi interessa la sostanza, faremo di tutto affinché sia legge entro il 3 dicembre» (data di scadenza del decreto, ndr), ha detto il ministro dell’interno ai microfoni di Sky TG24, ribadendo l’ultimatum all’alleato di Governo lanciato nei giorni scorsi. Un monito che conferma la richiesta del voto di fiducia, nonostante le rassicurazioni di Di Maio sulla «lealtà» del Movimento dopo l’accordo M5S-Lega sulla giustizia.

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Pd abbandona lavori in commissione
L'accelerazione impressa all'esame del Dl non è piaciuta al Pd, che ha ugualmente deciso di ritirare le proprie proposte di modifica e di abbandonare poi i lavori. «Non c'è spazio per un dibattito democratico, è già tutto deciso. Così è ridicolo, è inutile perdere tempo», ha spiegato Emanuele Fiano, componente della I commissione «Avevamo chiesto di discutere e votare gli emendamenti anche sabato e domenica, ma hanno deciso di chiudere oggi alle 19 - ha aggiunto il capogruppo in commissione, Gennaro Migliore - e siamo arrivati solo all'articolo 1 del decreto, con pochi emendamenti su circa 600 complessivi...Si mangiano il tempo a disposizione del Parlamento per far tenere i loro accordi sottobanco».

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