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2/6 Strade intelligenti

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    mobilità

    Ecco come guideremo le auto nel 2025

    Certo, per avere auto che guidino totalmente da sole ci vorranno ancora decenni. Ma già nel 2025 la nostra vita da guidatori e proprietari di veicoli cambierà non poco: proprio in questi mesi, giorno dopo giorno, vengono approvate norme italiane ed europee che non solo introdurranno come dotazioni obbligatorie sulle auto nuove alcuni sistemi di assistenza che si avvicineranno alla guida autonoma, ma porteranno nuove limitazioni al traffico in città, imporranno di rispettare i limiti di velocità (prevalentemente di 90 km/h) anche sulle superstrade, inaspriranno le tasse sui modelli con maggiori emissioni e consentiranno di pagare i pedaggi col Telepass anche all’estero. È bene tenere conto di tutto questo: potranno cambiare anche i prezzi delle auto e i calcoli di convenienza tra un tipo di vettura e un altro

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    Prima della guida autonoma dovranno arrivare le strade intelligenti (smart road): munite di sensori, telecamere e copertura wi-fi accessibile anche agli smartphone degli utenti, si scambieranno tramite internet a 5G informazioni con i veicoli per monitorare le condizioni del traffico e divulgare in tempo reale allarmi in caso di incidenti, veicoli contromano, condizioni meteo avverse, cadute di alberi, crolli eccetera. I veicoli a guida totalmente autonoma saranno guidati dall’intelligenza artificiale, che terrà conto anche di queste informazioni e non solo di ciò che rilevano i loro dispositivi di bordo.

    Nel 2025, per quello che si sa al momento, in Italia avremo sette smart road, tutte gestite dall’Anas:

    - il Raccordo anulare di Roma;

    - l’autostrada Roma-Fiumicino;

    - l’autostrada Salerno-Reggio Calabria;

    - l’autostrada Palermo-Catania;

    - la tangenziale di Catania;

    - l’itinerario Orte-Mestre (superstrada E45 più la statale Romea);

    - l’itinerario Venezia-Cortina d’Ampezzo (statale Alemagna).

    Poi si aggiungeranno altre migliaia di chilometri, fino a coprire tutta la rete Ten-T (quella di rilevanza europea, composta da tutte le autostrade, buona parte delle superstrade e alcune statali “ordinarie”). In una prospettiva di decenni, ogni strada dovrà diventare smart.

    Cosa ce ne faremo di tutti questi dati nel 2025, quando saranno ancora relativamente pochi i veicoli connessi? Lo scambio di informazioni si realizzerà con lo smartphone degli utenti che avranno scaricato la app dedicata dell’Anas: «Anche con questa configurazione più semplice, sarà come essere guidati da una torre di controllo, analogamente agli aerei - dice Ugo Dibennardo, direttore Operation e coordinamento territoriale di Anas, dato da varie fonti in corsa per il vertice della società dopo il dimissionamento di Gianni Vittorio Armani -. Stiamo elaborando un linguaggio comune per classificare ogni evento da comunicare. Tutto passerà dalle nostre sale di controllo, dove ci sarà sempre un ingegnere responsabile di coordinare tutto. Starà a lui anche validare le informazioni postate (anche inviandoci video) dagli utenti, in modo da poterle divulgare subito dopo che saranno state verificate».

    Se il sistema multimediale a bordo del veicolo supporterà questa funzionalità, la app potrà essere scaricata anche lì. In caso contrario, si porrà il solito problema dello smartphone comporta: per leggere le notizie in arrivo, ci si distrarrà. A meno di riuscire a fissare il dispositivo sulla plancia, nel campo visivo del conducente, con supporti sufficientemente affidabili.

    La app servirà anche per chiamare il soccorso stradale con un tocco, trasmettendo in automatico la posizione del veicolo e ricevendo dalla sala di controllo l’indicazione di quanti minuti ci vorranno prima che arrivi il carro attrezzi o il personale Anas che potrà all’occorrenza deviare il traffico e assistere l’utente. Una funzionalità utile soprattutto a chi avrà ancora veicoli immatricolati fino a marzo 2018 (quelli successivi hanno l’e-call obbligatoriamente di serie).

    Parlare di tutto questo sembra fantascienza, avendo sotto gli occhi la situazione attuale di molte strade Anas, dopo i crolli degli anni recenti e con asfalti, ponti e viadotti non di rado degradati. Dibennardo precisa: «Abbiamo in corso il contratto di programma 2016-2020, che prevede 10,5 miliardi (il 45% del budget totale) dedicati a interventi di manutenzione straordinaria, adeguamento agli standard attuali (per esempio, per i guard-rail) e messa in sicurezza. Stiamo calendarizzando questi lavori in modo che su ciascuna tratta precedano quelli di trasformazione in smart road».

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