Un treno su due ad alta velocità delle Ferrovie dello Stato arriva in ritardo di oltre 5 minuti, cioè oltre la soglia entro la quale un treno è considerato puntuale. E la situazione si sta aggravando, come sperimentano ogni giorno numerosi passeggeri dei Frecciarossa e di Italo. Gianfranco Battisti, amministratore delegato di Fs Italiane dal 31 luglio, ha fatto ieri una denuncia pubblica dei disservizi e ha chiesto a Rfi, la società controllata al 100% da Fs che gestisce la rete ferroviaria, di intervenire
L'affondo di Battisti
Secondo una nota di Fs Battisti, «preso atto della gravità della situazione, da lui ereditata, che la puntualità dei treni
da molti mesi mostra forti problematiche e non evidenzia miglioramenti apprezzabili, ha chiesto al gestore dell'infrastruttura
Rfi di convocare un tavolo permanente con le imprese ferroviarie. Obiettivo del tavolo - secondo Fs - è di concordare o, se
necessario, imporre, nel pieno rispetto della cornice regolatoria, le idonee misure per ripristinare nel più breve tempo possibile
la puntualità ai migliori standard, almeno pari agli stessi livelli raggiunti negli anni precedenti e che hanno contribuito
a rendere i servizi Alta Velocità una eccellenza italiana nel mondo».
Peggiora la puntualità
I forti ritardi dei treni ad alta velocità sono da alcuni mesi oggetto di attenzione anche dell'Autorità di regolazione dei
trasporti (l'Art), che ha ricevuto segnalazioni, in particolare dalla Regione Toscana. L'Art non ha aperto un procedimento
ufficiale, ma non è da escludere che lo faccia visto che la situazione si aggrava, come ha sottolineato anche il numero uno
delle Fs, Battisti. Secondo dati riservati, visionati dal Sole 24 Ore, nel primo semestre di quest'anno la «puntualità reale»
dei treni ad alta velocità - sia le Frecce di Trenitalia sia Italo - è stata pari in media al 51,2% (treni con massimo di
5 minuti di ritardo), con un peggioramento di 10,6 punti percentuali sul primo semestre 2017. Per i treni regionali, utilizzati
soprattutto dai pendolari, la puntualità reale entro 5 minuti a destinazione nel primo semestre è stata pari all'87,4%, anche
in questo caso con un peggioramento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, benché inferiore (-1,6 punti percentuali).
Secondo ulteriori dati riservati, aggiornati ai primi di novembre, riferiti alle Frecce di Trenitalia, solo il 53,4% dei treni arriva entro i 5 minuti, rispetto al 63,4% del 2017.
Aumentano i treni e anche i ritardi
I ritardi sono aumentati con l'incremento dei treni ad alta velocità sulla rete. Attualmente ci sono 304 treni ad velocità
al giorno, rispetto ai 262 del 2017 e a 215 del 2016. Di questi, 224 sono di Trenitalia (74% del totale) e 80 di Italo-Ntv
(26%). I ritardi si distribuiscono su entrambe le compagnie di trasporto, ma vengono percepiti di più sulla rete di Trenitalia,
perché ha più treni e più passeggeri. Ieri da Ntv non ci sono state reazioni alle dichiarazioni di Battisti. Due anni fa i
treni veloci di Ntv erano 53, pertanto c'è stato un aumento del 51%; nel 2016 le Frecce erano 215, pertanto l'aumento è stato
del 41 per cento. Secondo dati interni alle Fs, fino a due-tre anni fa la puntualità reale delle Frecce sull'alta velocità
era circa dell'80 per cento. Cioè arrivavano puntuali (entro 5 minuti) quattro treni su cinque, mentre adesso ne arriva solo
uno su due. Il ritardo medio ora sarebbe di 15-20 minuti.
Critica alla gestione Mazzoncini
La sortita di Battisti, una dichiarazione inusuale per un a.d. del gruppo Fs, è una critica alla gestione «ereditata» dal
precedente a.d. di Fs, Renato Mazzoncini, un dirigente che proveniva dal settore autobus e che non aveva nascosto di considerare
strategico lo sviluppo del trasporto su gomma. Battisti è stato direttore della divisione passeggeri di Trenitalia dal 2009
all'inizio del 2017, quando in febbraio è passato ad un altro incarico nel gruppo, come a.d. di Fs Sistemi Urbani. Battisti
chiama in causa anche inefficienze e mancati investimenti di Rfi, guidata da Maurizio Gentile. Secondo dati visionati dal
Sole 24 Ore, circa il 21% dei ritardi sarebbe causato da Rfi, ad esempio con la non ottimale programmazione dei lavori sulla
rete, oppure l'autorizzazione a circolare a convogli merci in orari di traffico di punta per i treni passeggeri.
Congestionata la Roma-Firenze
I punti più critici sono i rallentamenti sulla direttissima Roma-Firenze e le strozzature all'ingresso nelle stazione chiuse,
come Roma Termini e Milano Centrale. La Roma-Firenze è la tratta più congestionata dell'alta velocità, perché circolano anche
i treni regionali, che hanno una velocità inferiore. Su questa tratta nei primi otto mesi di quest'anno i lavori sono aumentati
dell'85% e il numero medio dei treni ad alta velocità di Trenitalia e Ntv è aumentato del 9%.
Il collo di bottiglia nelle stazioni di Milano Centrale, Termini e Firenze
L'altro punto molto critico è il collo di bottiglia per l'ingresso nelle stazioni chiuse: oltre al caso di Firenze (in cui
c'è un forte ritardo per la realizzazione del passante sotterraneo) soprattutto Roma Termini e Milano Centrale, dove sia Trenitalia
sia Ntv vogliono far arrivare i loro treni, anche quando sono passanti, cioè proseguono per ulteriori destinazioni, per esempio
Torino da Milano o Napoli da Roma. Un possibile rimedio per ridurre i colli di bottiglia all'ingresso delle grandi stazioni
potrebbe essere, in ipotesi, far arrivare i treni passanti in altre stazioni, per esempio Garibaldi a Milano e Tiburtina a
Roma. Ad esempio Trenitalia ha deciso di non far fermare più a Termini ma a Roma Tiburtina il treno Frecciargento che, da
dicembre, da Genova arriverà fino all'aeroporto di Fiumicino. Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, non ha gradito. Di questo si dovrà discutere nel “tavolo” chiesto da Battisti a Rfi. Verranno invitate una ventina di imprese.
Oltre a Trenitalia e Ntv anche Trenord della Lombardia e le imprese della logistica. Non sarà facile mettere tutti d'accordo.
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