Un rito semplificato inedito, una negoziazione assistita potenziata, una conciliazione ridimensionata. Su questi 3 pilastri si fonda la riforma del processo civile ormai definita dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede con un disegno di legge di 14 articoli. Un intervento cruciale per fare riprendere un po’ quota a un settore cruciale per il sistema Paese, al quale sempre più spesso gli investitori guardano con attenzione e, di solito, in maniera assai critica.
Processo civile più spedito
Più che una riduzione del numero delle liti, Bonafede vuole ottenere un processo civile che si muova più spedito, arrivando a una soluzione in tempi più ragionevoli e prevedibili, con un giudice che governa la procedura e avvocati che gestiscono un circuito alternativo alla giurisdizione “classica”. In termini generali l’intervento messo a punto, che tra pochi giorni sarà a disposizione per una forma di consultazione, stabilisce una sorta di rito “alla carta”, tarato sulla complessità della controversia, con una corsia preferenziale con regole processuali più rapide e su misura per la stragrande maggioranza delle cause, riservando complessità e garanzie per le liti di maggiore spessore.
Più centrale la figura dell’avvocato
L'intervento scommette poi in maniera decisa sugli avvocati, ai quali è affidata la gestione della negoziazione assistita,
che verrà estesa a nuove materie, ridimensionando il peso della conciliazione.
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