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Buone notizie: la vecchiaia comincia a 75 anni. Ma non è così…

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demografia e statistica

Buone notizie: la vecchiaia comincia a 75 anni. Ma non è così per tutti

Una cinica risposta alla domanda, “quando comincia la vita?”, è: “quando il cane muore di vecchiaia e i figli escono di casa”. Si può inventare una battuta anche per la domanda “a che età diventiamo vecchi?”: “chi? io o gli altri?” Si perché un fatto scoperto da tempo è che giudichiamo gli altri sempre più anziani di come noi. Un tipico bias umano da autoinganno: ci descriviamo meglio di come siamo o superiori agli altri. Nessuno ne è immune.

Anziani? a partire dai 75 anni
La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria ha annunciato che si diventerebbe anziani a 75 anni, cioè che i vari miglioramenti delle condizioni di vita renderebbero oggi le persone di quell’età equivalenti per “forza fisica” a una persona di 55 anni nel 1980. Ma è la forza fisica un tratto indicatore di anzianità? Mah… Se chiediamo alle persone che si avvicinano all’età anziana quale indicatore per loro conta, scopriamo che al primo posto non c’è la forza fisica, ma la memoria (dimenticare i nomi dei familiari) o l’indipendenza.

Anziano non è solo una categoria medica
Peraltro, “anziano” non è solo una categoria medica, quanto socio-demografica e quindi non è chiaro come chi studia la biologia dell’invecchiamento (gerontologi) o i problemi di salute delle persone anziane (geriatri) riesca “scientificamente” a stabilire una precisa età in cui si diventa anziani. Forse bisognerebbe partire da chi l’anzianità la vive sulla propria pelle o la sta aspettando, e conseguentemente, cioè in base alla propria percezione, si comporta. Perché se anche una persona anziana sa esercitare fisiologicamente gli stessi sforzi di un 55enne del 1980, il contesto (paese, regione, comunità, etc.) in cui vive e la sua storia personale possono accorciare o allungare l’età in cui diventa “anziana”.

Alcuni mesi fa, il più importante centro di indagini demoscopiche americano (Pew Research Center) si diede l’obiettivo di capire cosa pensano le persone sulla vecchiaia, e in particolare quando pensano che abbia inizio. Le scoperte furono anche un po’ sorprendenti. Lavorando con un campione di 3mila persone tra i 18 e gli ultra-sessantacinque anni scoprivano che negli Stati Uniti le persone pensano che in media si diventa vecchi a 68 anni (sotto i trent’anni si pensa che si sia vecchi a 60). In realtà, più si è avanti con l’età e più si sposta in avanti l’età della vecchiaia: chi ha più di 85 anni dice che la vecchiaia inizia a 74 anni. Per le donne si diventa vecchi a 70 anni, mentre per gli uomini a 66. Tra le persone di età compresa tra 65 e 74 anni sono il 20% quelle che si sentono vecchie e sono il 35% quelle si sentono vecchie pur avendo più di 75 anni.

Dopodiché dallo studio risulta che per il 79% degli intervistati la vecchiaia inizia a 85 anni, per il 76% quando non si è più indipendenti, per il 66% quando non si può più guidare l’auto, per il 62% quando si hanno75 anni e per il 51% quando si comincia a dimenticare il nome dei familiari.

Insomma, così come la bellezza è negli occhi di chi guarda, la vecchiaia inizia con l’età che uno sente di avere, cioè quando perde capacità che per lui sono importanti.

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