“Corsia dinamica”. Un'espressione con cui dobbiamo familiarizzare: dopo più di un decennio in cui di corsie dinamiche sulle strade italiane ne abbiamo avute una sola, ne arriveranno altre tre. Così diventerà importante sapere e ricordare come si circola in questi casi e che cosa si rischia se non si utilizzano correttamente le corsie.
Al tratto urbano della A14 che passa attorno a Bologna in mezzo alle due carreggiate della locale tangenziale, si aggiungeranno quello della A4 che attraversa la fascia urbana a nord di Milano, il Raccordo anulare di Roma e la tangenziale di Catania. Nei primi due casi la gestione è di Autostrade per l'Italia, negli altri due è dell'Anas.
Le corsie dinamiche sono un modo per cercare di adeguare una strada alla mole di traffico che deve sopportare, anche quando non ci sono gli spazi fisici (o i soldi) per ampliare la carreggiata. Così si rinuncia alla corsia di emergenza, rendendola transitabile esattamente come le altre. Ma, per ridurre i rischi, lo si fa solo nei momenti di maggior traffico. Si crea così una situazione appunto “dinamica”, nel senso di uno schema di circolazione che può variare in ogni momento, secondo l'intensità del traffico.
I requisiti della strada
L'operazione è meno banale di quel che sembra. Occorre comunque:
- adeguare la corsia di emergenza rendendola larga e con asfalto curato come quelle di marcia normale;
- installare una fitta serie di portali a messaggio variabile, che indichino costantemente su tutto il tratto se la corsia
di destra è aperta al traffico oppure no;
- avere sensori che contino i veicoli per capire momento per momento se il volume di traffico sale a livelli che rendono necessario
aprire la corsia più a destra;
- adottare tutta una serie di precauzioni supplementari.
Tra queste precauzioni, le più importanti sono:
- un monitoraggio rafforzato del traffico (più telecamere rispetto al consueto, meglio se “intelligenti” e cioè in grado di
riconoscere in tempo reale e in automatico gli incidenti perché sono “addestrate” a riconoscere scene critiche come un veicolo
che all'improvviso scarta lateralmente;
- un sistema automatico ed esteso di controllo della velocità (anche media);
- un impianto antincendio permanente, con postazioni di spegnimento a pochissime centinaia di metri l'una dall'altra.
A volte si adotta anche qualche accorgimento visivo per far venire ai guidatori in transito a destra un dubbio che li spinga
a consultare i pannelli a messaggio variabile, per verificare se in quel momento possono usare la corsia dinamica.
Come capire se si può circolare
È determinante non solo ricordarsi di fare attenzione ai pannelli, ma anche saperli leggere. Occorre quindi impratichirsi
con lo schema “freccia o croce”: in corrispondenza delle corsie aperte al traffico resta accesa una freccia verde, sulla corsia
dinamica quando è chiusa si accende invece una croce a forma di X di colore rosso. È lo stesso sistema che appare sempre di
più nelle gallerie lunghe più di 500 metri, per le quali l'adeguamento alle attuali norme europee richiede di segnalare all'ingresso
per ciascuna corsia eventuali problemi che ne impediscano la transitabilità.
Le sanzioni sono leggere
Chi circola su una corsia dinamica quando è accesa la croce rossa rischia una multa di 41 euro (54,67 per le violazioni notturne,
commesse dalle 22 alle 7) e la decurtazione di due punti patente. Sono le sanzioni previste dall'articolo 146 del Codice della
strada per chi non rispetta la segnaletica in generale (quindi al di fuori di casi particolari come per esempio quelli dei
semafori).
Sanzioni molto più leggere rispetto a quelle previste dall'articolo 176 per chi usa la corsia di emergenza in autostrade o
sulle strade extraurbane principali (422 euro e decurtazione di 10 punti dalla patente, che viene anche sospesa): visto che
è delimitata da una normale striscia discontinua e non da una riga continua di margine, una corsia dinamica non può essere
considerata una corsia di emergenza.
I rischi sono seri
Ogni volta che la corsia di emergenza manca, i rischi salgono perché aumenta la probabilità di trovarsi davanti un veicolo
fermo. Dove il traffico è sempre intenso, come nei tratti dove si trova una corsia dinamica, la possibilità di accorgersi
degli ostacoli è minore perché la visuale è ridotta dai molti mezzi pesanti o comunque alti che si hanno davanti.
Con la corsia dinamica la situazione è potenzialmente ancora più rischiosa: si aggiunge l'incertezza legata al fatto che tutti
abbiano realmente capito quali sono le corsie percorribili al momento. Non solo per ignoranza o distrazione, ma anche perché
ci sono situazioni ambigue.
La più importante si verifica in corrispondenza di eventuali svincoli, dove chi entra o esce si trova necessariamente a destra,
facendo nascere negli altri la convinzione che la corsia dinamica sia aperta anche quando invece non lo è. Questo dimostra
a maggior ragione l’importanza di stare attenti ai pannelli a messaggio variabile: su quelli posti subito dopo uno svincolo,
quando la corsia dinamica è chiusa appare sopra di essa una freccia gialla orientata in alto a sinistra, per segnalare a chi
è appena entrato che deve spostarsi sulla sinistra per proseguire nella marcia normale.
Altre situazioni pericolose sono create da smartphone e dispositivi di bordo quando ci si fa distrarre da essi: la mancanza
di attenzione arriva a un livello tale da impedire di vedere un veicolo fermo sulla destra anche su un rettilineo sufficientemente
sgombro.
In una situazione come questa, nel 2013 a Bologna è emerso un ulteriore problema, causato da una banale mancanza di manutenzione
che in tratti così delicati può diventare letale. L'auto di una ragazza ferma per un guasto fu travolta da un tir e prese
fuoco. I soccorsi furono immediati, ma non ci fu nulla da fare per salvare la ragazza perché l'impianto antincendio era fuori
uso.
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