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Boccia: Italia a rischio recessione, il governo riequilibri la manovra

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la replica di conte: MISURE anti STAGNAZIONE

Boccia: Italia a rischio recessione, il governo riequilibri la manovra

«I posti di lavoro non si creano con l’assistenza, si creano abbassando il cuneo fiscale e facendo una grande piano di inclusione per i giovani e il Paese a partire dal Mezzogiorno». Così, a margine di un convegno organizzato da Piccola Industria di Confindustria a Bologna, il presidente degli industriali italiani Vincenzo Boccia ha commentato la la prospettiva del reddito di cittadinanza previsto dal Governo M5S-Lega. «Il Paese - ha affermato - deve puntare sul lavoro, su più crescita, su più occupazione e per fare questo occorre un riequilibrio di questa manovra che ha pochissimo sui termini della crescita».

Conte: manovra pensata contro la recessione
Da Buenos Aires, dove ha partecipato al G20, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato le parole del presidente di Confindustria: «la premura espressa da Boccia è una premura che il governo ha condiviso 4 mesi fa quando seduti attorno a un tavolo abbiamo valutato,con molta attenzione il trend di crescita del pil e i fondamenti del sistema economico e ci siamo resi conto che ci stavamo avviando verso un processo di stagnazione. Per questa ragione - ha aggiunto - abbiamo deciso di dare questa impostazione alla nostra manovra economica».

Boccia: manovra debole, Governo la riequilibri
A giudizio di Boccia «la manovra è debole dal punto di vista economico. Gli effetti si cominciano a vedere nel combinato disposto di un rallentamento dell’economica globale, della Germania e di una manovra che ancora deve esprimere i suoi effetti ma è chiaro che una manovra espansiva, quindi poco riguarda la crescita e corre il rischio di diventare una manovra prociclica ed accelerare la criticità in termini di crescita». Quindi, ha continuato il presidente di Confindustria, «occorre riequilibrare la manovra, puntare sulla crescita, riaprire i cantieri. Lo diremo lunedì a Torino con 11 associazioni, compresa la nostra, che rappresentano 3 milioni di imprese nel Paese, un segnale - ha concluso - dai protagonisti dell’economia del Paese che rappresentano il 65% del Pil».

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Robiglio (Piccola Industria Confindustria): lunedì in piazza per la Tav
Quello delle imprese «è un grido di dolore che rivolgiamo alla politica per sederci con il Governo e ragionare insieme», ha detto il presidente di Piccola Industria di Confindustria Carlo Robiglio in un passaggio del suo intervento al convegno di Bologna. Come imprenditori, ha sottolineato, «siamo equidistanti dai partiti ma non dalla politica, avere una visione di politica industriale è una visione politica. Chiedere di non depotenziare Industria 4.0 e il credito d’imposta per la formazione - ha aggiunto Robiglio - è avere un ruolo politico. È pedagogicamente inaccettabile dare soldi ai giovani per stare a casa invece che finanziare la loro formazione: anche questa è una visione politica». Per questo, ha concluso, «lunedì 3 dicembre saremo a Torino, saremo quasi tremila persone per riaffermare l’importanza della Tav e delle grandi opere perché senza infrastrutture non si va da nessuna parte».

Superamento Fornero ed effetti sul mercato del lavoro
Intanto, in attesa dell’esito del confronto Roma-Bruxelles sul taglio del deficit per evitare la procedura di infrazione Ue, si moltiplicano le stime sui possibili effetti delle misure chiave della manovra 2019. Oltre al reddito di cittadinanza “bandiera” del M5S in primo piano, da settimane, c’è il cantiere previdenza presidieta dalla Lega che punta al superamento della legge Fornero con “quota 100”. Le misure in arrivo, secondo Unioncamere, porteranno a un aumento dei pensionati che si rifletterà (insieme all’espansione/contrazione dei diversi settori produttivi in relazione agli andamenti di mercato) in un incremento tra i 2,5 e i 3,2 milioni di occupati nei prossimi 5 anni.

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La leva del turnover occupazionale
In particolare, secondo quanto emerge dal Report Excelsior di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni occupazionali di medio termine (2019-2023), resi noti a Job&Orient in corso a Verona, oltre tre quarti del fabbisogno sarà collegato al naturale turnover occupazionale (con una previsione nel prossimo quinquennio compresa tra 2,1 milioni e 2,3 milioni). La crescita economica, invece, genererà, a seconda della sua intensità e in maniera molto differenziata nei diversi settori, una quota di nuovi posti di lavoro che va dalle 427mila alle 905mila unità. A trainare la domanda complessiva di lavoro saranno la “rivoluzione digitale” (Big data, Intelligenza artificiale, Internet of Things) e la domanda di “Ecosostenibilità” che richiederanno il coinvolgimento rispettivamente di 213mila e 481mila lavoratori.

Cgia: per imprese costo da 6,2 miliardi nel 2019
L’Ufficio studi della Cgia di Mestre analizza invece l’impatto sulle aziende della manovra di bilancio che in settimana andrà in Aulla alla Camera. L’aggravio di gettito stimato per il prossimo anno è di 6,2 miliardi di euro, di cui 4,5 miliardi circa in capo alle imprese non finanziarie e quasi 1,8 miliardi a carico di banche e
assicurazioni. Il report nasce dalla misurazione degli effetti fiscali sulle imprese di ogni singolo articolo presente nel disegno di legge di bilancio. La cifra tiene conto delle nuove misure che appesantiranno la tassazione, della rimozione o del differimento di altre che avrebbero dovuto essere applicate e dell'introduzione di novità che invece alleggeriranno il prelievo.

Zabeo (Cgia): su taglio tasse disattese aspettative Pmi
Per il coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zabeo, «il malumore che serpeggia tra il mondo delle imprese trova una parte di giustificazione nei risultati che emergono da questa ricerca. In campagna elettorale, in particolar modo al Nord, oltre al tema della sicurezza e allo smantellamento della legge Fornero, Lega e 5 Stelle hanno riscosso un forte consenso tra gli elettori perché si erano impegnati a tagliare pesantemente le tasse». «Se con questa manovra e col decreto sicurezza una buona parte di questi impegni è stata mantenuta, sul fronte della riduzione delle imposte, invece, le aspettative, in particolar modo dei piccoli e medi imprenditori - aggiunge - sono state clamorosamente disattese».

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