Tra i 9 condoni contenuti nel Dl fiscale ora all'esame della Camera non figura il “saldo e stralcio” (previsto dal contratto di governo), che doveva consentire di chiudere le cartelle esattoriali con tre aliquote (6%, 10%, 25%) in base al reddito. Nel testo attuale del Dl è previsto solo uno stralcio delle mini-cartelle per i debiti fino a mille euro affidati alla riscossione dal 2000 al 2010, oltre alla riproposizione della rottamazione con sconto di sanzioni e interessi. Il contratto parlava espressamente di escludere «ogni finalità condonistica». Nella versione entrata in Parlamento figurava la dichiarazione integrativa speciale, che consentiva di far emergere imponibile non dichiarato versando un'imposta del 20 per cento. La misura è stata cancellata in Senato. Il condono si è trasformato in una sanatoria degli errori formali. Il doppio tentativo del M5S di inserire la riforma dei reati tributari prima nell'anticorruzione e poi nel Dl fiscale è stata bloccata dalla Lega.