La carta d’identità elettronica potrà essere richiesta anche alle poste. Lo prevede un emendamento alla manovra, a firma Vanessa Cattoi (Lega), approvato in commissione Bilancio alla Camera. L’obiettivo è accelerare le procedure, anche se i tempi per l’attuazione della misura non saranno immediati, visto che servirà una convenzione apposita tra il Viminale e i soggetti «dotati di una rete di sportelli diffusa su tutto il territorio nazionale che siano Identity provider e che abbiano la qualifica di certification authority accreditata dall'Agenzia per l'Italia digitale». Per la misura sono stanziati 750mila euro dal 2019, a valere sul fondo per l’attuazione del programma di governo.
Aiutare i piccoli comuni
«L’obiettivo della norma – spiega Vanessa Cattoi, firmataria dell’emendamento – è aiutare i piccoli comuni, che nella fornitura
della carta d’identità elettronica possono avere difficoltà organizzative». Sui tempi di attuazione della misura, Cattoi non
si sbilancia: «Abbiamo scelto la via della convenzione al posto del decreto attuativo ministeriale per rendere le procedure
più semplici. Noi, come politici, abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Ora ci auguriamo che tutto si concluda nel minore
tempo possibile».
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I ritardi della Capitale
Tuttavia, i ritardi nella fornitura della carta d’identità elettronica non riguardano solo i piccoli comuni. Anche nella Capitale,
soprattutto nei municipi a più alta densità abitativa, gli appuntamenti per avviare la procedura vengono dati a distanza
di mesi. Tanto che alcuni cittadini sono obbligati a richiedere il documento cartaceo pur di avere un attestato d’identità.
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