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5/7 Cosa fa la Francia?

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    la manifestazione a torino

    Tav, le ragioni del «sì» e quelle del «no» in sette schede

    Bandi di fatto congelati, 813 milioni già stanziati dall'Ue, una analisi Costi-Benefici in fase di conclusione, mobilitazioni di piazza a sostegno e opposizione dura anche in Parlamento. Il destino della Torino-Lione non è mai stato così in bilico. Il dibattito, tecnico e politico, intorno all'opera dura da vent'anni e oggi la Torino-Lione è a un bivio: inserita nel contratto di Governo - «Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia» – aspetta l'esito dell'analisi Costi-Benefici avviata dall'Esecutivo. Il Sole 24 Ore ha costruito un approfondimento a partire dalle sette Schede elaborate dalla Commissione Tecnica Torino-Lione, organo di consulenza del Comune di Torino e della Comunità montana della Valsusa, che spiega le ragioni contrarie alla realizzazione dell'opera, messe a confronto con argomentazioni speculari ma favorevoli alla realizzazione fornite dall'Osservatorio dell'Alta-Velocità Torino-Lione

    5/7 Cosa fa la Francia?

    NO TAV
    Il Governo francese ha rinviato gli studi relativi alla realizzazione della sua parte nazionale, perché non considerata prioritaria dal Governo Macron. All'entrata in esercizio del Tunnel di base, dunque, non vi sarebbe un nuovo collegamento ferroviario con Lione.

    SI TAV
    Il Governo francese ha formalmente ribadito la volontà di rispettare i trattati internazionali e di realizzare la tratta internazionale della Torino-Lione. È in corso invece il dibattito sulla tratta nazionale. In particolare, il Conseil d'orientation des infrastructures (COI) presieduto da Philippe Duron ha presentato un rapporto a febbraio scorso in cui si dice che il tunnel di base del Moncenisio della Torino-Lione (sezione transfrontaliera) viene considerato un progetto già avviato e in corso di realizzazione. La Francia, analogamente a quanto avvenuto in Italia nel 2016-2017 aveva già annunciato una revisione delle tratte d'accesso per ridurre i costi di investimento.

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