Il prelievo di solidarietà sulle pensioni elevate ha trovato una soluzione definitiva. Sarà di cinque anni e su cinque fasce, a partire da 100mila euro lordi l'anno
(5mila al mese al netto dell'Irpef e senza considerare le addizionali comunali e locali).
Il taglio è del 15% sulla parte di assegno superiore a 100mila euro e fino al 130mila, del 25% sulla parte compresa tra 130mila
e 200mila, del 30% tra 200mila e 350mila, 35% tra 350 e 500mila euro, del 40% oltre i 500mila euro. I pensionati interessati
dovrebbero essere circa 25mila. Sono escluse dal taglio le pensioni di invalidità.
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L’intesa Lega-M5S supera il precedente emendamento
Il testo è frutto dell'intesa Lega-M5S e supera con una riformulazione il precedente emendamento pentastellato che puntava
a incidere gli assegni già a partire da 90mila euro lordi. Nell'intervento non si parla più di componente retributiva o contributiva
dell'assegno, il che significa che il taglio orizzontale sarà sull'intera fascia.
Il fondo Inps
Le risorse reperite finiranno in un fondo Inps e destinate a adeguamenti socio-previdenziali da definire. Al contributo di
solidarietà dovranno adeguarsi gli organi costituzionali che erogano pensioni dirette. Giorgio Ambrogioni, presidente del
Cida, ha parlato di un «furto ai danni di una categoria di pensionati che ha già subito due contributi di solidarietà, l'ultimo
concluso un anno fa, e 8 anni di blocco della perequazione degli assegni alla pensione».
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Durata cinque anni
La durata dell'intervento, cinque anni, rappresenta il massimo rischio di incostituzionalità, visto che secondo le ultime
sentenze della Consulta interventi di questa natura, oltre alla gradualità, devono essere temporanei. Con questo taglio orizzontale
sugli assegni verranno risparmiati circa 80 milioni l’anno.
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