Vedrà probabilmente la luce la seconda settimana di gennaio. Una volta approvata definitivamente sul filo di lana la manovra da parte del Parlamento, il decreto legge per dare attuazione al pacchetto su quota 100 sarà immediatamente collocato dal Governo in rampa di lancio insieme a quello sul reddito di cittadinanza.
Sulle pensioni le”scheletro” del provvedimento è pronto da tempo. I tecnici stanno continuando ad affinare gli ultimi dettagli. Un lavoro di limatura che proseguirà anche nei primi giorni di gennaio. E che ha già prodotto qualche novità.
A cominciare da nodo del pagamento del Tfs dei dipendenti pubblici che opteranno per l’uscita anticipata. La soluzione finale, se non ci saranno ripensamenti, è quella pagare la liquidazione agli statali non prima di 36 mesi dal pensionamento con quota 100 o, comunque, al compimento del 65esimo anno di età (3 anni dopo i 62 anni necessari per uscire con almeno 38 anni di contribuzione).
L’ipotesi di ricorrere a un prestito ponte bancario a costo zero sulla falsariga di quanto già previsto per l’Ape di mercato sarebbe stata accantonata dopo lo stop della Ragioneria generale dello Stato. Attualmente dal momento del collocamento a riposo possono decorrere da un minimo di 12+3 mesi ad un massimo di 24+3 mesi per il primo rateo di Tfs/Tfr (fino a 50mila euro di importo e fino ad un massimo di tre rate una ogni anno).
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A rimanere ai blocchi di partenza, per i costi troppo elevati, dovrebbe essere anche misure finalizzata ad abbassare per tutti i lavoratori da 2,8 a 2 volte il minimo la pensione conseguibile a 62 anni senza alcuna penalizzazione per i soggetti con il trattamenti calcolato interamente con il sistema contributivo. È destinato invece a entrare nel decreto legge un intervento per consentire, sempre ai dipendenti pubblici, di superare, su domanda, il massimale contributivo, che prevede un limite massimo della retribuzione assoggettabile a contribuzione (101.427,00. euro nel 2018). La prima uscita effettiva per gli statali attraverso il nuovo meccanismo delle finestre, dovrebbe essere quella di ottobre 2019 mentre per i lavoratori privati il pensionamento con quota 100 dovrebbe scattare ad aprile.
Il decreto, che dovrebbe essere varato tra il 10 e il 12 gennaio, dovrebbe trovare posto anche il ritorno dei consigli di amministrazione per Inps e Inail. In attesa della riforma della governance degli enti quindi si abolirebbe la norma sul presidente unico tornando a un sistema più collegiale.
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