Il gommone di migranti con a bordo un numero elevato di persone - 120 secondo le testimonianze rilasciate all’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, 50 secondo le stime approssimative della Guardia costiera libica - affondato ieri nell’ennesima tragedia del mare navigava a circa 40 miglia a nord di Gasr Garabulli (Castelverde), città costiera a 64 chilometri a est di Tripoli. Da questo porto prendono il mare i barconi carichi di migranti che, dai paesi del Sahel, si riuniscono ad Agadez, in Niger, città crocevia delle carovane che attraversano il Sahara alla volta dell’Europa.
Gli interventi della Guardia costiera libica a largo di Garabulli
Nel tratto di mare davanti alla Libia che va da Zuara a Garabulli e Homs, restano solo le motovedette della Guardia Costiera
libica: tutte le navi delle Ong che in questi ultimi mesi hanno pattugliato la zona di ricerca e soccorso sono lontane. Dall’inizio
dell’anno la Guardia costiera libica è dovuta intervenire a largo di Garabulli in più di un’occasione in quel tratto di mare.
Il 7 gennaio, quando sono state in salvo 290 persone. Il giorno dopo, un altro naufragio nella stessa zona: soccorsi 135 migranti.
Il 9 gennaio è stata la volta di tre gommoni: in tutto 300 persone. L’altro porto da cui partono le carrette del mare è Sabratha,
a ovest di Tripoli. In generale, le località da cui partono queste persone sono tra loro distanti poche decine di chilometri:
oltre a Garabulli e Sabratha, Zawiya, Zuwara.
I centri di detenzione e il business della traversata
Prima di partire queste persone sono trattenute in centri di detenzione a Qatrun, Awbari, Sabha e Murzuq. I trafficanti di
uomini si spartiscono i soldi che queste persone pagano per attraversare il Mediterraneo: tra i 1.200 e i 1.600 dollari a
testa per partire.
L’ennesimo caos politico a Tripoli
L’ennesima situazione di caos politico in cui versa in questi giorni Tripoli, dopo che tre vicepremier hanno messo in discussione
l’autorità del premier Fayez al-Serraj, a capo dell’esecutivo libico riconosciuto a livello internazionale, ha fatto sì che
si allentasse la stretta del governo sui mercanti di uomini che controllano Garabulli, con conseguente aumento delle partenze.
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