Ancora una volta il presidente della Camera Roberto Fico ha tenuto a rimarcare che all’interno dei Cinque Stelle c’è chi, in merito alle strategie di gestione dei flussi migratori, la pensa in maniera diversa dall’alleato di governo, la Lega capitanata da Matteo Salvini. Una distanza che il pentastellato ha inteso sottolineare all’indomani dell’ennesima tragedia del mare, con 170 persone che hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. «Una società sana - ha sottolineato - salva le vite umane, se non ci riusciamo è un fallimento di tutti».
Parole che delineano una posizione diversa da quella del ministro dell’Interno, fautore di una linea politica che passa per la chiusura dei porti alle ong che intervengono in soccorso dei gommoni in difficoltà. «Io - ha ribadito in un post pubblicato sul suo profilo facebook - non sono stato, non sono e non sarò mai complice dei trafficanti di esseri umani, che con i loro guadagni investono in armi e droga, e delle Ong che non rispettano regole e ordini. Quanto a certi sindaci e governatori di Pd e sinistra - ha aggiunto il responsabile del Viminale - anziché denunciare la presunta violazione dei “diritti dei clandestini”, dovrebbero occuparsi del lavoro e del benessere dei loro cittadini, visto che sono gli italiani a pagare loro lo stipendio. Sbaglio?».
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Il peso delle divergenze
Posizioni poco conciliabili, espresse peraltro da un componente di primo piano di M5s e dal leader del partito che con il
Movimento è al governo. Il fatto poi che questo scontro a distanza coinvolga due politici che rivestono incarichi istituzionali
- l’uno, Fico, presidente della Camera; l’altro, Salvini, ministro del governo Conte e vicepremier - fa capire che le divergenze
sono comunque destinate ad avere un peso politico nella maggioranza. Divergenze che potrebbero complicare il cammino di conversione
parlamentare del decretone “reddito di cittadinanza-quota 100”, che andrà in prima battuta all’esame del Senato.
La Camera vota sul decreto sicurezza e il presidente esce dall’Aula
Fico ha più volte fatto capire a Salvini che sui migranti la pensa in maniera diversa, se non opposta. A fine novembre, in
occasione del via libera definitivo della Camera al decreto sicurezza, provvedimento “bandiera”del Carroccio e del suo leader,
esce dall’aula al momento del voto. Per prassi la terza carica dello Stato non vota, ma presiede la sessione. Quella volta
non accade. «Se la mia assenza al momento della votazione è stata interpretata come una presa di distanza dal provvedimento?
Bè, avete interpretato bene», chiarisce Fico nelle ore successive. «Perche io - aggiunge - sono il presidente della Camera
e rispetto il mio ruolo fino in fondo, diritti di maggioranza e di opposizione, mando avanti i provvedimenti che arrivano
in Aula con la collaborazione di tutti i capigruppo e rimango fedele al mio ruolo istituzionale. Se poi parliamo del decreto
nel merito, dopo che è passato, questo è un altro discorso». Il leader degli “ortodossi” 5 Stelle scende in campo e si fa
portavoce di quella parte del Movimento che non intende avallare in Parlamento le politiche sulla sicurezza targate Lega e
condivise dal governo gialloverde.
Global compact, Fico: «Sì per non isolare l’Italia». Ma Salvini chiude
Qualche giorno dopo il via libera al provvedimento sulla sicurezza, il braccio di ferro è sul Global Compact, quel patto
Onu sui migranti che Fico appoggia, mentre Salvini respinge. «Ritengo che dovremmo aderire al Global Compact, serve all’Italia
per non isolarsi, per non rimanere sola sulla questione immigrazione», afferma il primo. «Mette nello stesso pentolone migranti,
rifugiati e irregolari», ribatte il secondo.
Il braccio di ferro sull’energia: carbone contro rinnovabili
Le distanze con Salvini non sono solo sul tema migranti, ma intercettano anche il fronte ambientale. Tema che va dalle trivelle
alla “dorsale del metano” in Sardegna e che unisce, sulla medesima posizione, le diverse anime pentastellate. L’affondo di
Salvini dalla Sardegna («Non si può dire no al carbone, no al petrolio, no al metano, no alle trivelle, con i soli No non
si campa») innesca la reazione del presidente della Camera, che rilancia l’antica battaglia su rinnovabili e energia pulita,
marcando un fossato con la Lega.
La Tav?«Battaglia fondativa di M5s». Salvini: «Tifo sì all’opera»
E poi c’è il grande nodo della Tav, l’Alta velocità Torino Lione: per Fico fermarne i lavori è addirittura «una battaglia
fondativa del Movimento»; mentre Salvini sottolinea che «sulla Tav io tifo per il sì sempre e comunque. Aspettiamo l’esame
finale dei tecnici ma l’Italia ha bisogno di più infrastrutture non di meno infrastrutture».
Le distanze su Israele
Ai primi di dicembre Salvini visita Israele. Scrive su twitter: «Chi vuole la pace, sostiene il diritto all’esistenza ed alla
sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel
e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione». Interpellato sulla dichiarazione, Fico osserva:
«La posizione dell’Italia, e la mia posizione, è quella di due popoli in due Stati e lì dobbiamo costruire dialogo e pace.
Su questi temi ascolto il presidente del Consiglio ed il ministro degli Esteri».
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