Si chiameranno «navigator»; sono i circa 6mila professionisti che verranno assunti da Anpal Servizi spa con contratto di collaborazione
di due anni (c’è comunque l’impegno del governo a stabilizzarli, reperendo nuove risorse).
La loro retribuzione oscilla intorno ai 30mila euro lordi annui (vale a dire circa 1.700/1.800 netti al mese, contribuzione
esclusa). La selezione si annuncia molto snella, per titoli e colloqui. Tra qualche giorno sarà pubblicata una call sul sito
dell’Agenzia nazionale per le politiche attive con un avviso di 15 giorni per le domande.
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È richiesta una laurea magistrale in economia, giurisprudenza, sociologia, scienze politiche, psicologia o scienze della formazione (l’esecutivo si attende almeno 50/60mila domande). Passo dopo passo inizia a prender forma il piano di potenziamento delle politiche attive (e dei centri per l’impiego) che l’esecutivo Conte è pronto a mettere in campo per supportare l’avvio (da aprile) del reddito di cittadinanza, la misura nazionale di lotta alla disoccupazione e di contrasto alla povertà, appena varata con decreto. Al suo primo discorso in parlamento, dinnanzi la commissione Lavoro della Camera, è toccato al presidente in pectore di Anpal, il professor Domenico Parisi, fornire qualche dettaglio in più sui navigator: questi professionisti «entreranno in campo tra maggio e giugno». Dopo l’assunzione, scatterà un periodo di formazione «sul campo» di 6/8 mesi.
Al navigator spetterà il compito di prendere in carico il beneficiario del reddito di cittadinanza e condurlo verso un nuovo impiego. «Avrà la possibilità di comunicare anche con le imprese locali», ha aggiunto Parisi.
Il reddito non è un beneficio incondizionato, ha spiegato il nuovo capo di Anpal, ma solo uno strumento necessario per consentire di entrare in un percorso di occupabilità. Parisi ha poi sottolineato l’importanza dei “big data”, dello scambio delle informazioni e della velocità con la quale le informazioni si rendono disponibili. Secondo l’esperto italo-americano, oltre il 60% del lavoro dei centri per l’impiego «può essere robotizzato» facendo sì che l’incontro tra domanda e offerta sia sempre di più raggiunto con sistemi digitali. Una sfida, quest’ultima, molto complessa visto che il 50% dei Cpi non ha una dotazione informatica adeguata, si supera il 70% nel Sud e nelle Isole. «Credo nei miracoli» e «spero di poter ripetere in Italia il miracolo del Mississippi», ha risposto Parisi.
Oggi il presidente in pectore dell’Anpal parla a palazzo Madama, poi le due commissioni Lavoro, di Camera e Senato, voteranno la sua nomina, che dovrà essere successivamente ratificata dal governo. Per i deputati 5S in commissione Lavoro a Montecitorio: «La competenza del professor Parisi, che ha 20 anni di esperienza negli Stati uniti, sarà fondamentale per realizzare un programma sociale che vuole sostenere chi è in difficoltà con un'integrazione al reddito e agevolare soprattutto il reinserimento lavorativo». Critico invece il Pd: «Il professor Parisi non ha conoscenza del nostro sistema - ha ribattuto la giuslavorista Debora Serracchiani -. Ci sono diversi nodi da affrontare, a partire dal rapporto con le regioni. Le tempistiche annunciate rischiano seriamente di non essere rispettate».
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