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VIA «TASSA BONTÀ»: IRES TORNA A 12%

Trivelle, salve le estrazioni: moratoria solo per la ricerca. Slitta a lunedì l’approdo in Aula

Il compromesso M5-Lega sulle trivelle salva le estrazioni. Sul punto vince la linea del Carroccio: l’ultimissima versione dell’emendamento,depositata questa mattina in Senato e approvata in serata, prevede che la moratoria per le attività di sfruttamento di gas e petrolio riguardi solo procedimenti autorizzativi relativi a prospezione e ricerca di idrocarburi. Salve le “concessioni di coltivazioni”, ovvero l’attività di estrazione. Confermati i tempi della moratoria previsti già nella penultima versione della norma.

«Dopo il vertice di maggioranza - ha spiegato Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento - è stata definita in Senato la nuova formulazione dell’emendamento, che è tutto merito del dialogo tra governo e Parlamento nell’ottica di collaborazione reciproca».

Intanto la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha definito la tabella di marcia dell’esame del provvedimento: le commissioni Affari Costituzionali e Lavori Pubblici proseguiranno i lavori oggi e domani mentre l’esame dell'Assemblea slitterà a lunedì prossimo per il via libera entro martedì.

GUARDA IL VIDEO / Lite Lega-M5s sulle trivelle

Stando all’ultima versione dell’emendamento, il Piano delle aree idonee dovrà essere redatto entro 18 mesi. Ma la moratoria in realtà può durare fino a due anni. Infatti si specifica che, se il Piano non risulterà adottato, procedimenti e istanze di permesso riprendono efficacia «entro 24 mesi».

La norma prevede che la sospensione non si applichi «ai procedimenti relativi al conferimento di concessioni di coltivazioni di idrocarburi liquidi e gassosi (petrolio e gas, ndr) pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge». Nelle more dell’adozione del Piano aree idonee, però, «non è consentita la presentazione di nuove istanze di conferimento di concessioni di coltivazioni». In sostanza finché non ci sarà il Piano non si possono presentare nuove domande, ma quelle già depositate possono andare avanti.

Non solo. Anche quando il Piano sarà pronto, per quanto riguarda le concessioni di coltivazione, nelle aree giudicate incompatibili allo sfruttamento di petrolio e gas verranno automaticamente rigettate solo le domande non ancora autorizzate. Quelle che hanno già avuto l’ok andranno avanti anche se riguardano aree non idonee.

Il carattere strategico
Il lungo compromesso M5S-Lega si conclude anche con un altro elemento di rilievo. La cancellazione del carattere “strategico” delle opere relative all’upstream (contenuto nel decreto Sblocca Italia del 2014 e osteggiato dai 5 Stelle) sarà limitata solo alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione svolte nell’ambito di titoli rilasciati a seguito di domande presentate dopo l’entrata in vigore della legge di conversione.

La questione dei canoni
Rivisto al ribasso l’aumento dei canoni annui. Per la concessione di coltivazione si passa a 1.481 euro per chilometro quadrato (la precedente versione dell’emendamento prevedeva 2.041 euro). Per le concessioni di coltivazione in proroga 2.221 euro (contro 3.067). Per i permessi di prospezione 92,5 euro (anziché 129), per i permessi di ricerca 185 euro (contro 258). Per la ricerca in prima proroga 370 (contro 516). Per la ricerca in seconda proroga 740 euro (contro 1.033). Se rapportati ai canoni in vigore per il 2018, l’aumento maggiore riguarda le concessioni di coltivazioni (25 volte). La precedente versione dell’emendamento prevedeva invece, sempre rispetto al 2018, aumenti massimi nell'ordine di circa 31 volte.

Costa: moratoria e canoni buon primo passo
L’intesa sulle trivelle non rappresenta un passo indietro perché «intanto per me è un no alle trivelle e tra 18 mesi vediamo». Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, indicato dai pentastellati, lasciando Palazzo Chigi. Dichiarazioni più aperturiste quelle del responsabile dell’Ambiente: ieri aveva minacciato di non firmare le valutazioni di impatto ambientale, dopo lo stop della Lega all’emendamento pentastellato depositato da M5s in Commissione durante la seduta notturna. «L’importante - ha spiegato oggi, dopo il raggiungimento dell’accordo - è che abbiamo iniziato un percorso con lo stile rigoroso di tutelare l’ambiente, la moratoria è già un bel passaggio». Anche l’aumento dei canoni «di 25 volte non è poco, considerate - ha aggiunto il ministro - che le royalties per le estrazioni in Italia» attualmente «sono le più basse d’Europa, quindi ritorno nostre particolarmente basso, elemento molto significativo.

Il capogruppo M5s Patuelli: soddisfatti dell’accordo raggiunto
In una nota il capogruppo Cinque Stelle a Palazzo Madama Stefano Patuelli ha espresso soddisfazione per l’intesa raggiunta. «Siamo molto soddisfatti dell’accordo trovato sulla questione delle trivelle - si legge -. Bisogna capire che il Movimento guarda al futuro, alla sostenibilità e soprattutto ai posti di lavoro che con le rinnovabili sono dieci volte di più di qualsiasi forma di energia fossile. Siamo riusciti a bloccare qualsiasi tipo di prospezioni in mare e sulla terra, un risultato che rivendichiamo con orgoglio».

Salvini: cominceremo a imporre dei sì
Se dalla parte pentastellata le dichiarazioni sono positive, quelle nel Carroccio lo sono meno. Fonti della Lega hanno fatto presente che nel partito cresce l’irritazione per il “partito del no”. Sul dossier trivelle, è il ragionamento raccolto, sono stati «salvati i posti di lavoro, è stata garantita continuità di estrazione e rinnovo delle concessioni in proroga ma a la politica del no a tutto non fa bene al paese». Suula questione è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini, leader del Carroccio: «No solo agli sbarchi. Da oggi cominceremo a imporre dei sì», ha confidato a chi gli chiedevao se all’interno dell’Esecutivo esista un problema nei confronti del cosiddetto “presunto partito dei no”.

Conte: stop ricerche in attesa del Piano
Sulla questione, particolarmente “calda” dal punto di vista politico, soprattutto per quanto riguarda gli equilibri all’interno della maggioranza, è intervenuto anche il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Lo ha fatto con una nota. «Nell'attesa dell'adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee - si legge nel documento - si è convenuto di sospendere i procedimenti amministrativi relativi al conferimento di nuovi permessi di prospezione, di ricerca o di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Sono altresì sospesi i permessi di prospezione e di ricerca in essere, mentre non vengono sospese le istanze di proroga delle concessioni di coltivazione in essere. La sospensione non si applica, inoltre, ai procedimenti relativi al conferimento di concessione di coltivazione pendenti».

Il premier: aumento canoni fino a 25 volte
« Si è anche deciso di aumentare l'ammontare dei canoni dovuti dai singoli operatori a titolo di corrispettivo sino a 25 volte il valore attualmente previsto. Il Governo – conclude la nota - garantisce l’istituzione di un Tavolo permanente presso il Ministero delle Sviluppo Economico, che avrà anche il compito di concordare le misure definitive, in coerenza con il Piano delle aree».

Via “tassa bontà”: Ires torna a 12%
Nel pomeriggio le Commissioni hanno dato il via libera al ripristino dell’agevolazione Ires sulle organizzazioni no profit: hanno votato l’emendamento presentato dal Pd sul tema, che riporta al 12% l'aliquota da applicare al terzo settore.

Ok a 10 mln per vittime Rigopiano
Semaforo verde delle Commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici di Palazzo Madama anche all’emendamento del governo al decreto Semplificazioni che stanzia 10 milioni di euro in favore dei familiari delle vittime del «disastro di Rigopiano» e dei superstiti che hanno subito «lesioni gravi o gravissime». A individuare i soggetti sarà la «Presidenza del Consiglio d’intesa con i sindaci dei comuni di residenza» di vittime e superstiti. Si terrà conto anche della «effettiva necessità» delle famiglie nell’attribuire le somme.

Rivista web tax, Borsa italiana “salva”
Stando a un altro emendamento approvato, Borsa Italiana viene esclusa dall’applicazione della web tax introdotta dalla manovra sui servizi digitali. L’obiettivo è quello di allentare le maglie, altrimenti troppo strette, della web tax che, così come scritta nella legge di bilancio, avrebbe colpito non solo i giganti del web ma anche imprese e società, come appunto Borsa Italiana, attive online ma che poco hanno a che fare con chi non paga le tasse sulle transazioni in Italia.

Xylella, distruzione ulivi o carcere
Passa poi la stretta anti-Xylella che prevede anche il carcere in caso di mancato rispetto delle norme sulla distruzione delle piante infette. Secondo l’emendamento al decreto approvato, le misure fitosanitarie ufficiali, o comunque derivanti da provvedimenti di emergenza fitosanitaria, «ivi compresa la distruzione delle piante», dovranno essere attuate «in deroga ad ogni disposizione vigente» e nel rispetto della normativa Ue. La mancata attuazione delle misure per evitare la diffusione della malattia è punibile con la reclusione da 1 a 5 anni.

Obbligo etichetta per tutti gli alimenti
Approvato infine l’emendamento “made in Italy” che dispone l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti. Ad oggi in Italia l’obbligo di indicazione d’origine esiste solo per pelati e concentrati di pomodoro, latte e derivati, riso, grano della pasta e pollo. A livello Ue riguarda invece la carne bovina, il miele e le uova.

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