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gli attriti nella maggioranza

Diciotti, Salvini: scambio con Tav? No, è vecchia politica

«Lascio che ciascuno dei senatori legga i documenti e decida se io ho bloccato gli sbarchi, cosa che continuerò a fare, per la sicurezza degli italiani o per altri ragionamenti. Uno scambio Tav contro Diciotti? No, questa è la vecchia politica. Io faccio il ministro, continuerò a farlo con orgoglio. Ognuno pensi a cosa vuole votare in Senato. Io mi alzo e lavoro tranquillo». Al Gr di Radio 1 Rai il vice premier Matteo Salvini torna sul voto in Giunta al Senato per l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti presentata dal Tribunale dei ministri di Catania per l'accusa di sequestro di persona aggravato nella vicenda dei migranti della nave della Guardia Costiera Diciotti. E riprende, con le stesse parole, la linea indicata dal vicepremier M5S Luigi Di Maio: nessuno scambio tra Tav e Diciotti.

Nessuno scambio, dunque, ma anche nessun passo indietro, da entrambi gli schieramenti alleati di Governo. Nella stessa intervista Salvini rilancia infatti il Sì Tav diventata la bandiera del Carroccio. «Voglio risolvere i problemi e finire le opere lasciate a metà. Se costa di più fermare un'opera e tornare indietro, che finirla e andare avanti togliendo tir dalle strade, inquinamento dall'aria e aiutando imprenditori e pendolari non capisco perché bisogna fermarsi», spiega al Gr 1. «Di Maio dice che finché è al governo non si farà? Mi spieghi perché. Non ci sono tifosi del sì e del no. Mi spieghi perché, numeri alla mano, è sconveniente usare treni veloci che ci collegano al resto del mondo risparmiando inquinamento e risparmiando quattrini», conclude.

Come da copione consolidato, alle affermazioni di Salvini segue la replica di Di Maio. Arrivando a un evento presso il liceo “Imbriani” di Pomigliano d'Arco, che qualche anno fa lo vide studente, il vicepremier ribadisce che sul caso Diciotti e il processo a Salvini il Movimento deve ancora prendere posizione: «Si deciderà dopo quello che si vedrà in giunta, sulle carte, sulle audizioni e sulle assunzioni di responsabilità mie, del ministro Toninelli e del premier Conte». Niente è cambiato però sull’assunzione di responsabilità collegiale del Governo per le decisioni «prese in quei giorni per premere sulla Ue per la redistribuzione dei migranti in tutti i Paesi europei come ministri»: «Sia io che Toninelli - annuncia il vice premier - assieme al presidente Conte, depositeremo una memoria alla giunta per le autorizzazioni per spiegare che quelle decisioni sono state prese insieme e non sono state solo del ministro dell' Interno».

Il possibile processo al ministro dell’Interno tiene banco da giorni nei rapporti interni alla maggioranza, insieme alla valutazione costi benefici della Tav Torino-Lione. Due fronti aperti, su cui si è espresso ieri anche il presidente delal Camera Roberto Fico, in prima fila nel sostenere lla posizione degli ortodossi del M5S. «Semmai arrivasse una richiesta della magistratura nei miei confronti per qualsiasi questione, pregherei la Camera di mia appartenenza di dare l'autorizzazione senza se e senza ma», ha spiegato Fico intervistato a “Che tempo che fa” (Rai 1) sul caso Diciotti, indicando per se la via opposta a quella imboccata da Salvini. Così come sulla Tav: «Impossibile tornare indietro sul no per il M5s», ha ribadito, provocando in serata la secca la replica di Salvini, ormai apertamente schierato per il completamento del collegamento Tav con la Francia: «Dice no a tutto. Chi blocca non serve».

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