È scomparso un protagonista della vita economica e finanziaria, culturale e politica del nostro Paese. A 81 anni, se n'è andato Guido Roberto Vitale. La sua biografia rappresenta bene la modernizzazione più aggressiva e di matrice anglosassone che, a partire dagli anni
Sessanta, ha preso piede nella vita pubblica italiana. Una matrice anglosassone di impronta radicale.
La formazione di Guido Roberto Vitale, dopo la laurea in economia e commercio all'università di Torino, si era completata
alla Graduate School of Management della Columbia University: «Sapete qual è la differenza fra la cultura del business americana
e la cultura del business italiana? Per capirlo, basta riguardare i libri di contabilità, di ragioneria e di organizzazione
aziendale su cui ho studiato a New York. Erano libri semplici, chiari e cristallini. Senza fumisterie e ambiguità», amava
spiegare.
La sua vita professionale è stata imperniata sulla fondazione, quasi cinquant’anni fa, di Euromobiliare, di cui è amministratore delegato fino al 1991. Nel 1992 ha aperto la Vitale Borghesi & C, acquisita nel 1998 dalla Lazard. Dal 1997 al 2001, è presidente di Lazard Italia. Nel 2001, è socio fondatore della Vitale&Associati (poi rinominata Vitale&Co), presieduta fino al giorno della morte. Dal 2003 al 2005 è stato presidente di Rcs Media Group.
Guido Roberto Vitale ha introdotto – per la sua formazione americana – almeno tre innovazioni nella storia del nostro Paese. La prima innovazione è quella di avere insistito per la diffusione della la cultura del controllo di gestione nelle aziende italiane con cui – come investitore, consulente o semplice osservatore – ha avuto a che fare. La seconda innovazione è quella di avere favorito la diffusione del bilancio consolidato che, fino alla fine degli anni Settanta, pochissime imprese italiane adoperavano. La terza innovazione è quella di avere sviluppato – e portato ad uno dei suoi apici – il mestiere di banchiere di investimento, sganciando questa figura dai grandi aggregati bancari classici e, invece, connettendola a società indipendenti in grado di muoversi aggressivamente sui mercati.
Queste tre innovazioni sono state realizzate da Guido Roberto Vitale in maniera energica e con grande perizia tecnica, ma anche con un senso strategico del posizionamento in una società economica e civile complessa come quella italiana. Coltivando grandi rapporti internazionali, in particolare con la finanza americana e con la finanza francese. Ma allacciando legami tutt’altro che asimmetrici con gli imprenditori emergenti e con le famiglie storiche del capitalismo italiano, con la Mediobanca di Enrico Cuccia e con le banche che – fino alla fine della foresta pietrificata – in Italia sono state pubbliche. Per questa ragione, Guido Roberto Vitale ha sempre mantenuto una posizione di indipendenza – un suo carisma netto e distinto – rispetto all’establishment classico e di nuova formazione del Paese, che gli ha sempre riconosciuto autorevolezza e competenza.
La vita economica, ma anche la vita politica e culturale. La passione per l'editoria (oltre alla presidenza di Rcs Media Group, è stato fra i fondatori del sito LInkiesta e fra i soci della casa editrice Chiare Lettere) si è intrecciata con la passione per la politica, vissuta e osservata con grande coinvolgimento e forti empatie da posizioni progressiste.
Milanese d’adozione e banchiere, intellettuale e di sinistra. Con lui, davvero, se ne è andato un pezzo di Storia italiana.
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