Il contatore gira regolarmente, ma il carburante non finisce nel serbatoio del cliente: resta nella cisterna del benzinaio. Non per un guasto all’erogatore, ma per una truffa: si “seleziona” il cliente, si preme il tasto di un telecomando e il gioco è fatto. L’ultimo caso lo ha scoperto nei giorni scorso la Guardia di finanza di Napoli, in pieno centro città. E le indagini vanno avanti: i militari hanno già ricevuto altre segnalazioni e se ne aspettano altre. In attesa del prossimo blitz, la Gdf ha reso pubblico un filmato per mostrare come funziona la truffa.
Gli impianti sequestrati a Napoli nei giorni scorsi, con l’operazione «Pieno a perdere», sono due. In uno la truffa avveniva appunto usando un telecomando. Meno raffinato e più “classico” era invece il metodo adottato nell’altro impianto: manomettere i piombini.
Il telecomando
Come si vede nel filmato della Gdf, quando si preme un tasto del telecomando l’erogazione del carburante non avviene, ma il
display del distributore continua a segnalare un numero crescente di litri erogati. Come mai?
La spiegazione è nascosta nel terreno, a pochi centimetri dalla colonnina: alle tubazioni che portano dalla cisterna sotterranea del distributore al contatore prima e all’erogatore poi, è stato aggiunto un raccordo. Azionando il telecomando, il carburante viene deviato proprio nel raccordo, che lo riporta nella cisterna.
Il contatore gira lo stesso perché qualcosa comunque esce dall’erogatore. Ma è solo aria.
Il telecomando veniva azionato solo in alcuni momenti. In sostanza, l’operatore valutata di volta in volta (in base all’aspetto del cliente e al tipo di veicolo) chi potesse essere truffato senza che se ne accorgesse o comunque avesse reazioni in qualche modo pericolose.
I piombini
Nella prosecuzione del filmato si vede l’altro impianto sequestrato. Qui i piombini apposti dell’Ufficio metrico per certificare
che le quantità erogate vengono misurate in modo corretto, sono stati allentati. Si vede infatti che i finanzieri possono muoverli con le mani.
Quanto sono diffuse queste truffe?
Apparentemente, questi episodi non sono rari: i comunicati della Guardia di finanza su irregolarità trovate nei distributori
sono molti. E ormai è quasi un appuntamento fisso quello con i controlli estivi: l’ultima volta, sono state trovate irregolarità in un impianto su cinque (496, sui 2.180 controllati, con 83 gestori denunciati e 700mila litri di prodotti sequestrati).
Ma la maggior parte delle irregolarità riscontrate (286, l’estate scorsa) riguarda l’esposizione dei prezzi. Che sono antipatiche ma non danneggiano più di tanto i clienti attenti. A queste si aggiungono altre infrazioni amministrative, di carattere formale.
Ci sono però casi in cui il carburante è annacquato o adulterato con sostanze che compromettono motori e impianti di iniezione e alimentazione dei veicoli. A volte non si tratta nemmeno di alterazioni dolose (al Sud negli ultimi mesi ci sono stati vari casi soprattutto su alcuni propulsori a gasolio su cui i tecnici stanno ancora lavorando, come ha riportato il mensile «Quattroruote»), ma per ciascun cliente ci sono comunque danni per migliaia di euro.
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