A gennaio, l'indicatore anticipatore dell'economia italiana, che segnala quel che accadrà, ha «registrato una marcata flessione, prospettando serie difficoltà di tenuta dei livelli di attività economica». Lo rileva l'Istat nella prima nota mensile del 2019 sull'andamento della congiuntura e dell'economia italiana. La flessione dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese «è risultata diffusa tra i settori economici con un miglioramento solo per le imprese delle costruzioni. Nel settore manifatturiero,l'andamento dell'indice è stato condizionato dalpeggioramento dei giudizi sul livello degli ordini e della domanda unitamente a un aumento del saldo relativo alle scorte di magazzino.
«Il rallentamento dell'economia internazionale si è prolungato anche nell'ultima parte dello scorso anno, colpendo in particolare il settore industriale e la domanda internazionale», rileva l’Istituto di statistica, e nel quarto trimestre 2018 «il Pil italiano ha segnato la seconda variazione congiunturale negativa consecutiva, determinata da una nuova flessione della domanda interna». Il mercato del lavoro «ha confermato il quadro di sostanziale stabilità dell'occupazione in presenza di lievi miglioramenti della disoccupazione», mentre si conferma «la tendenza di decelerazione dei prezzi condizionata dai ribassi dei costi energetici. Il differenziale con l'inflazione dell'area euro torna ad allargarsi». In contotendenza, sempre a gennaio 2019, il clima di fiducia dei consumatori, che dopo due flessioni consecutive «ha segnato un aumento», a differenza dell'indice composito del clima di fiducia delle imprese, per il quale «è proseguito il peggioramento».
La diffusione della Nota mensile 1/2019 dell’Istat avviene nello stesso giorno in cui l’Istituto di statistica fa i conti sulla produzione industriale, registrando a dicembre 2019 un ulteriore calo. Secondo i dati preliminari l'indice destagionalizzato della produzione industriale è infatti sceso dello 0,8% rispetto a novembre, -5,5% in termini tendenziali tenuto conto della correzione per gli effetti di calendario. L’andamento della produzione industriale «peggiore delle attese» e considerando «il negativo effetto di trascinamento che ne consegue», ha indotto quindi il Centro Europa Ricerche (Cer) a ribassare a -0,3% la sua stima sulla variazione tendenziale del Pil nel primo trimestre 2019. In termini congiunturali si registrerebbe una contrazione dello 0,1 per cento, la terza consecutiva.Il Cer è uno dei tre organismi di previsione che fanno parte del panel dell'Ufficio parlamentare di bilancio.
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