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Vertici Bankitalia, Tria risponde a Salvini e Di Maio: «L’indipendenza va difesa»

«Ora che noi come governo veniamo consultati per procedura costituzionale nella nomina del direttorio, se ci chiedono un parere sul rinnovo io dico no: c'è bisogno di discontinuità». Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio torna a parlare di Consob e Bankitalia. Al suo arrivo al Micam, alla fiera di Rho-Pero, a Milano, conferma la linea giallo verde ribadita ieri a Vicenza: «Quello che stiamo dicendo sia su Consob sia su Bankitalia - ha osservato Di Maio - non è un fronte che apriamo ma semplicemente un modo per mantenere una promessa agli italiani».

«La volontà di cambiare i vertici - ha aggiunto Di Maio - non è un attacco a Bankitalia e alla Consob, ma questo governo mette insieme due forze politiche che hanno sempre detto che se esistono centinaia di migliaia di risparmiatori sul lastrico è perché chi doveva controllare non ha controllato». «Ora che noi come governo veniamo consultati per procedura costituzionale nella nomina del direttorio, se ci chiedono un parere sul rinnovo io dico no: c'è bisogno di discontinuità». Quindi, ha proseguito, «quello che stiamo dicendo sia su Consob sia su Bankitalia non è un fronte spero ma semplicemente mantenere una promessa agli italiani, perché le istituzioni che dovevano controllare prodotti finanziari e gli istituti di credito non hanno fatto il loro dovere». Il vice premier è poi intervenuto anche sulla Tav: «Un accordo lo raggiungeremo - ha spiegato Di Maio - ho visto che in questi mesi chi scommetteva contro il governo ha sempre perso».

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Salvini allineato
Per una volta, i leader della maggioranza si ritrova unita su un tema politicamente assai delicato come i rapporti con via Nazionale. «Sono d'accordo con Di Maio. Provare a guardare avanti mi sembra il minimo», ha ribadito oggi il vicepremier Matteo Salvini parlando del dossier Bankitalia e della discontinuità auspicata da Di Maio a margine della visita al campo profughi di Padriciano in occasione del Giorno del Ricordo. «Chi è pagato per vigilare e non vigila deve cambiare», ha spiegato il leader della Lega: «Ci sono mega stipendi e mega dirigenti che dovevano controllare i risparmi degli italiani. Non mi sembra - ha concluso - siano stati molto efficaci in questa situazione di controllo».

Tria controcorrente
Chi invece non si allinea è il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, laconico ma chiaro nel ribadire la sua posizione. L'indipendenza della Banca d'Italia «va difesa. Mi sono già espresso», ha detto Tria all'Ansa. Tale indipendenza, ha poi chiosato la sua portavoce precisando il concetto, «è un fatto istituzionale», e il ministro «non ha inteso dichiarare contro nessuno, ma semplicemente ha fatto un'affermazione istituzionale ovvia e persino banale. Le sue parole quindi - ha concluso - non sono indirizzate contro nessuno».

Le reazioni
«Su Consob e Banca d'Italia credo che bisogna evitare di fare propaganda. Ricordiamoci che esiste una autonomia della Banca d'Italia come è autonoma la Banca centrale europea. Non bisogna distrarre l'opinione pubblica con slogan ad effetto. Soprattutto quando ci sono problemi di recessione di economia disoccupazione e lo spread che aumenta» ha detto ”. il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani a margine delle cerimonie per il Giorno del Ricordo oggi al Monumento della Foiba di Monrupino (a Trieste).

Sullo scontro Governo-Autorità di vigilanza questa mattina l’intervento dell’ex premier Enrico Letta. C'è da essere pessimisti sottolinea Letta in un’intervista a Repubblica. «La guerra a Banca d'Italia, la crisi con la Francia, l'isolamento del nostro Paese in Europa e soprattutto la recessione che ci mette fanalino di coda nella Ue. Servirebbero risposte che superino le esigenze della propaganda e le divisioni dentro il governo. Invece si mettono altre bombe». E sull'attacco a Bankitalia aggiunge: «Non mi stupisce. Fa parte di una strategia complessiva che riassumerei in questo concetto: comprarsi l'arbitro. Minare e distruggere l'equilibrio su cui si fonda l'autonomia delle autorità indipendenti. Ma senza un
sistema di pesi e contrappesi, il check and balance, viene meno un elemento essenziale della democrazia».

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«La riflessione è in corso. Ci sono tanti cambiamenti da fare» spiega Giulia Bongiorno, ministro della Pa. Una presa di posizione che dall'opposizione è stata vista come un attentato all'indipendenza di Consob e Bankitalia. «Non
c'e nessuna ingerenza da parte dei vicepremier - ha osservato Bongiorno a margine della scuola politica della Lega a Milano - ma solo la volontà di sottolineare la necessità di cambiare rotta».

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