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4/5 La sfida sulle modifiche ai cavalli di battaglia reddito di cittadinanza e…

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    le tensioni nella maggioranza

    Tav, autonomie, caso Diciotti, reddito di cittadinanza, nomine: i 5 dossier su cui litigano Salvini e Di Maio

    Autonomie, Tav, caso Diciotti con la richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini, ma anche decretone reddito di cittadinanza - quota 100, nomine e strascichi sulla linea da tenere nei confronti della crisi del Venezuela, dopo che comunque si è trovata una quadra in una mozione di maggioranza presentata dal ministro degli Affari esteri Moavero Milanesi in parlamento. Sono cinque i dossier (più uno) che animeranno i rapporti tra i due azionisti di maggioranza dell'esecutivo Conte, Lega e Cinque Stelle, nei prossimi giorni. Sui singoli capitoli peseranno due elementi, uno che appartiene al passato e uno al futuro. Il primo: la vittoria del centrodestra alle elezioni di Abruzzo, con la Lega primo partito, e il deludente risultato M5s. Il secondo: la marcia di avvicinamento, già iniziata, verso alle elezioni europee del 26 maggio. Di Maio ha disertato il vertice di governo (già rimandato in più di un'occasione) che si è svolto questa mattina a Palazzo Chigi con Conte e Salvini.

    4/5 La sfida sulle modifiche ai cavalli di battaglia reddito di cittadinanza e quota 100

    Un altro tema molto delicato nella maggioranza è costituito dalle proposte di modifica al decretone reddito di cittadinanza - quota 100, all'esame della Commissione Lavoro del Senato. La prima misura è stata il cavallo di battaglia di M5s durante la campagna elettorale, mentre il superamento della Fornero è stato fortemente voluto dalla Lega. Sono stati presentati quasi 1.600 emendamenti. Da M5S e Lega è arrivato un numero contenuto di proposte di modifica: rispettivamente 34 e 43. Il maggior numero di emendamenti è giunto da FdI, circa 900; segue FI con 236; il Pd con 225 e circa 130 da Leu.

    La Lega deve rispondere alle perplessità espresse dal proprio elettorato, in particolare dal mondo delle aziende, su una misura – il reddito di cittadinanza – che avrebbe una forte portata assistenziale, e una portata minima sul fronte della riduzione del costo del lavoro e del rilancio di un'economia in recessione tecnica.

    Ecco allora che nel pacchetto degli emendamenti proposto dalla Lega in materia reddito di cittadinanza rientrano paletti ancora più stringenti per limitare la platea degli stranieri che possono accedere all’incentivo al reddito.

    Con una delle proposte, ad esempio, si esclude la possibilità che per chiedere il reddito sia sufficiente la presenza di un familiare in possesso di un permesso di soggiorno mentre un altro emendamento stabilisce l'obbligo di certificazione, tradotta in italiano, della composizione del nucleo. Un paletto battezzato “anti divano” prevede come requisito per beneficiare del reddito che almeno uno dei componenti del nucleo familiare «abbia corrisposto, nei dieci
    anni precedenti, imposte e contributi da lavoro, in un qualsiasi importo e per almeno 24 mesi, anche non continuativi».

    Un altro emendamento chiede che ogni mese arrivi all’Inps l’attestato dell’adempimento degli obblighi prima dell'accredito mensile del reddito. È anche previsto un anno di servizio civile obbligatorio per i richiedenti il reddito di cittadinanza che abbiano tra i 18 ed i 28 anni.

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