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Inps, accordo chiuso sul ticket Tridico-Verbaro

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Servizio |L’ANTICIPAZIONE DEL SOLE

Inps, accordo chiuso sul ticket Tridico-Verbaro

Pasquale Tridico (Fotogramma)
Pasquale Tridico (Fotogramma)

L’economista Pasquale Tridico alla presidenza dell’Inps. L’intesa politica sul suo nome è arrivata nel corso del vertice che si è tenuto martedì pomeriggio a Palazzo Chigi per sciogliere gli ultimi nodi sul decretone. È il primo effetto del “salvataggio” di Matteo Salvini da parte degli alleati di governo: Tridico è il super consulente di Luigi Di Maio per il reddito di cittadinanza. Il docente di Economia del lavoro all’Università di Roma Tre, 44 anni, sul quale il M5S ha puntato sin dall’inizio per il dopo-Boeri e su cui scommette per sovrintendere alla complessa fase di attuazione della nuova misura di contrasto alla povertà. Misura bandiera che serve come non mai al Movimento in vista delle prossime tornate elettorali.

Finora il Carroccio aveva bloccato l’ipotesi Tridico, ma la soluzione della vicenda Diciotti (e l’impegno diretto di Di Maio per un voto contrario all’autorizzazione a procedere) è stata determinante per sbloccare l’impasse sulla scelta di chi guiderà l’Inps per i prossimi quattro anni.

L’accordo, però, prevederebbe l’affiancamento di un vicepresidente in quota Lega. Il primo nome sul tavolo è stato quello di Mauro Nori, l’ex direttore generale dell’Istituto, 57 anni, che ha collaborato all’elaborazione di “quota 100” e degli altri provvedimenti pensionistici nella sua veste di consigliere legislativo del ministro dell’Economia Giovanni Tria. La posizione di vicepresidente, tuttavia, non è prevista nella governance dell’Inps, ridefinita proprio dal decreto con la ricostituzione di un Consiglio d’amministrazione a cinque che lavora insieme al presidente. L’idea sarebbe dunque quella di emendare il testo per introdurre la nuova figura del vice, cui verrebbero attribuite precise deleghe.

Ma martedì sera a complicare l’ipotesi del ticket è stata un’altra questione: Nori non sarebbe disponibile ad accettare l’incarico. Il super tecnico della previdenza, oggi in Corte dei conti come consigliere della sezione di controllo della Toscana, non sarebbe intenzionato ad accogliere la proposta. Anche perché il ruolo di vicepresidente dovrebbe essere bilanciato con i poteri di gestione del nuovo presidente, con quelli del direttore generale, Gabriella Di Michele, il cui mandato termina nel 2021, e con quelli del Cda. Troppe incertezze per un uomo che ha gestito operativamente l’Inps sotto la presidenza di Antonio Mastrapasqua e successivamente con i commissari Vittorio Conti e Tiziano Treu. La Lega, allora, avrebbe ripiegato su un altro nome, quello di Francesco Verbaro, già segretario generale del Lavoro e poi consigliere giuridico di Maurizio Sacconi, che sarà per ora nominato subcommissario.

Negli ultimi giorni era circolata anche l’ipotesi di un commissario “traghettatore” con mandato a termine: Paolo Reboani, attualmente dirigente al ministero del Lavoro e con un passato di incarichi in agenzie del ministero quando alla sua guida c’era Maurizio Sacconi. Martedì, invece, l’accelerazione durante la riunione tra il premier Giuseppe Conte, il vice Di Maio, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il ministro Riccardo Fraccaro, i viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia e il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon. È stato lui, dalla Lega, a confermare la fumata bianca sull’Istituto e l’arrivo delle nomine forse già in settimana: «Sull’Inps stiamo lavorando, stiamo capendo come gestirla al meglio. Ci sarà un commissario ma stiamo valutando anche se ci sarà una figura di un vicepresidente».

L’accordo sulle nomine chiuso martedì contempla anche la soluzione per Inail, con un presidente indicato dalla Lega. Una volta che il decreto sarà convertito in legge, si procederà alla scelta dei componenti del Consiglio d’amministrazione e del successore di Massimo De Felice, il cui mandato sarebbe scaduto il 15 novembre 2020.

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