«L’Inps è un patrimonio di tutti, non di questo e quel partito. La sua autonomia, garantita dalla legge non deve essere mai calpestata». Con queste parole Tito Boeri ha salutato, pochi giorni prima della fine del proprio mandato, il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’istituto di previdenza. L’Inps - ha detto Boeri -«ha bisogno di stabilità nella sua azione politico amministrativa. Ne ha tanto più bisogno in un momento come questo in cui nuove sfide si pongono all’orizzonte, come quelle legate all'introduzione del reddito di cittadinanza e alle misure sulle pensioni».
Reddito di cittadinanza e pensioni: sono proprio queste le due sfide principali che si pongono di fronte al successore di Boeri, che a meno di sorprese dell’ultima ora dovrebbe essere Pasquale Tridico. Quest’ultimo dovrebbe infatti rivestire prima il ruolo di commissario e poi di presidente, mentre Francesco Verbaro avrà l'incarico di subcommissario.
C’è il rischio, non tanto remoto, che le risorse che andranno alle due misure bandiera del Governo gialloverde possano mettere a repentaglio i conti dell’Inps. Per la sperimentazione di quota 100 il budget indicato nella relazione tecnica del decreto legge 4/2019 è di circa 20 miliardi nel triennio, più o meno lo stesso importo indicato per il reddito di cittadinanza. In tutto, quindi, 40 miliardi di euro in tre anni.
Ma cosa resterà dei 4 anni di gestione di Boeri? L’economista della Bocconi ha riassunto in un documento gli obiettivi attorno ai quali si è svolto il proprio mandato. Dallo stabilire un rapporto diretto con i cittadini all’unificare le pensioni, dal contrasto all’evasione contributiva alla razionalizzazione delle prestazioni per la gestione di credito e welfare. E tanti sono i cantieri aperti.
Su quota 100, in particolare, scrive Boeri: «Le nuove norme sono particolarmente sfidanti per l’istituto perché, invece di unificare le pensioni, pongono in essere un nuovo regime pensionistico riservato alle generazioni che matureranno 62 anni (e almeno 38 anni di contributi) nei prossimi di 3 anni». Serviranno circolari applicative (due sono già state emanate) e andrà formato il personale.
In cantiere la modifica dell’algoritmo de “la mia pensione futura” per permettere una comparazione fra pensioni “quota 100”, pensioni anticipate e pensioni di vecchiaia. E dovrebbe proseguire, come confermato al Sole 24 Ore, l’invio delle buste arancioni a chi non ha ancora l’identità digitale (Spid o Pin Inps) per accedere al servizio.
Un altro nodo da sciogliere lasciato in eredità al nuovo presidente Inps riguarda i medici. La progressiva riduzione dell'organico dei medici dipendenti a fronte di una crescita dei compiti e il blocco dei concorsi
hanno determinato gravi carenze del personale medico che attualmente non è in grado di svolgere i compiti medico legali in
ambito previdenziale. A ciò si aggiunge che l’attribuzione all’Istituto delle competenze medico legali in ambito assistenziale
dal 1° aprile 2007 non è stata accompagnata da alcun trasferimento di risorse umane e conseguentemente l’Istituto ha dovuto
far ricorso al convenzionamento con medici esterni con rapporti di lavoro di tipo
precario. Un altro fronte aperto riguarda le convezioni con i medici fiscali per il polo unico delle visite di controllo sui lavoratori in malattia. Il decreto legislativo 75/2017 e i conseguenti decreti hanno creato ostacoli, finora non superati, alla stipula della convenzione
per la disciplina del rapporto tra Inps e medici fiscali. «Sono particolarmente carenti e confusse le norme sull’individuazione
delle organizzazioni sindacali abilitate a trattare e stipulare le convenzioni» scrive Boeri.
Tra gli emendamenti al decreto reddito-pensioni, all’esame del Senato, c’è la proposta di stanziare 19,4 milioni di euro, per il 2019 e 93,4 milioni di euro, a decorrere
dal 2020, per l'assunzione a tempo indeterminato di 708 unità di personale medico da parte dell’Inps, mentre viene proposta
la cancellazione della norma per cui per l’effettuazione delle visite mediche di controllo domiciliari ai lavoratori assenti
dal servizio per malattia, si avvale, in via prioritaria, dei medici inseriti nelle liste speciali». Un emendamento che ha
provocato la reazione di protesta della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri).
«Un concorso per 708 medici - spiega il presidente Filippo Anelli - contro i 2.250 attualmente ingaggiati a vario titolo
dall’Inps, significa tre cose: più di 1500 medici licenziati in tronco; una carenza di personale insormontabile per i Centri
Medico-Legali Inps; la cancellazione della medicina fiscale».
Ma la sfida più importante che attende il nuovo presidente dell’Inps riguarda l’attuazione del reddito di cittadinanza. L’Inps, sottolinea Boeri nel documento di passaggio delle consegne «dovrà attuare controlli sui requisiti per accedere alle prestazioni il più possibile ex-ante pur avendo a disposizione un tempo molto limitato. Fondamentale che il modulo di domanda contenga dichiarazione di tutti i membri del nucleo famigliare che consenta all'Inps il trattamento dei dati personali reddituali e patrimoniali. Altrimenti non sarà possibile accertare i requisiti sul patrimonio mobiliare prima di concedere la prestazione, almeno fin quando non entrerà in vigore l’Isee precompilato». Per effetto dell’avvio dell’Isee precompilato, poi, sarà necessario intervenire anche sul testo della convenzione con i Caf.
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