Estensione anche all’impiego “sommerso” dei beneficiari del reddito di cittadinanza delle maxi-sanzioni aumentate del 20% contro il lavoro nero, già previste in caso di impiego di lavoratori stranieri irregolari e di minori in età non lavorativa. Stop agli incentivi al datore di lavoro per le assunzioni di beneficiari del reddito di cittadinanza nel caso in cui non sia in regola con le “quote” obbligatorie di assunzioni dedicate ai disabili. E revoca del “reddito” (Rdc) in caso di condanna definitiva per reati gravi. Sono tre degli ultimi correttivi al cosiddetto “decretone” approvati dalla commissione Lavoro del Senato.
La Commissione punta a concludere l’esame in sede referente del testo in serata o, al più tardi, domani. Il provvedimento approderà in Aula martedì per il primo via libera e poi passerà alla Camera dove saranno introdotte altre modifiche. In serata dovrebbe essere affrontato il capitolo pensioni. E già al Senato dovrebbe essere dato l’ok all’innalzamento da 30mila a 45mila euro del limite per anticipare le liquidazioni degli statali (Tfs) con il meccanismo del prestito bancario.
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Maxi-sanzioni per assunzioni in nero di beneficiari di Rdc 
La commissione ha approvato un emendamento del M5S con cui viene esteso l’aumento del 20% della sanzione contro l’impiego
   in nero di lavoratori stranieri irregolari o di minori anche a chi occupa beneficiari del reddito di cittadinanza (Rdc). Disco
   verde anche al correttivo che estende la decadenza del reddito al nucleo dove ci sia un lavoratore co.co.co. (e non solo dipendente
   o autonomo) per il quale non siano state inviate le comunicazioni obbligatorie. Approvato pure un ritocco del Carroccio che
   prevede che i datori di lavoro non in regola con le quote obbligatorie dedicate ai disabili non potranno godere dell’incentivo
   riconosciuto a chi assume un beneficiario del reddito di cittadinanza. La possibilità di ricevere il bonus rimane se il lavoratore
   assunto rientra tra le liste dei lavoratori disabili.
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Stop al “reddito” dopo condanna definitiva per reati gravi 
Con un ritocco targato Cinquestelle sono estesi i casi di revoca del beneficio del reddito di cittadinanza non solo in caso
   di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ma anche nei casi di condanna in via definitiva per reati
   gravi. In particolare, si stabilisce lo stop al sostegno in caso di condanna definitiva nel caso in cui i beneficiari siano
   stati condannati per i delitti contro l’ordine pubblico e per i delitti di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale
   o di eversione dell’ordine democratico, attentato per finalità terroristiche o di eversione; sequestro di persona a scopo
   di terrorismo o di eversione; associazioni di tipo mafioso anche straniere; scambio elettorale politico-mafioso; strage e
   truffa ai danni dello Stato nonché per i delitti commessi avvalendosi del metodo mafioso o al fine di agevolare l’attività
   delle associazioni mafiose. I reati sono gli stessi per i quali si prevede attualmente la decadenza da indennità di disoccupazione,
   assegno sociale, pensione sociale e pensione per gli invalidi civili.
Quota 100, sale il limite per l’anticipo del Tfs 
A meno di sorprese dell’ultima ora dovrebbe arrivare l’ok della commissione Lavoro alla modifica della Lega che fa salire
   da 30mila a 45mila euro il limite per l’anticipo del tfs dei dipendenti pubblici facendo leva sul meccanismo del prestito
   bancario collegato ad un’apposita convenzione con l’Abi. E il semaforo verde della commissione Lavoro si dovrebbe accendere
   anche per la possibilità (attualmente non prevista) di garantire l’anticipo della liquidazione anche a coloro che sono usciti
   dal lavoro prima del 29 gennaio 2019, data di entrata in vigore del decretone. Per l’esclusione dei lavoratori impegnati in
   attività gravose dal meccanismo della finestra mobile di tre mesi occorrerà invece attendere il passaggio del provvedimento
   alla camera dove sarà discussa un’apposita modifica.
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