Italia

Manovra correttiva, scatta la nuova battaglia M5s-Lega contro Tria

  • Abbonati
  • Accedi
conti pubblici

Manovra correttiva, scatta la nuova battaglia M5s-Lega contro Tria

Il copione sembra ricalcare quello messo in scena alla vigilia della presentazione della legge di Bilancio. Con Matteo Salvini e Luigi Di Maio a settembre ben piantati sulla trincea del deficit-Pil al 2,4% e il ministro dell’Economia Giovanni Tria che faceva la spola con Bruxelles nel tentativo di trovare un punto di mediazione, evitare la procedura d’infrazione e soprattutto raffreddare lo spread a quota 300. Come è andata a finire è noto: il premier Giuseppe Conte convinse i due vicepremier a fare un passo indietro, il deficit fu tagliato dello 0,4%, la Commissione evitò di affondare il colpo, accontentandosi delle assicurazioni del Governo italiano, e di conseguenza lo spread si raffreddò. Ora ci risiamo.

Dalla legge di bilancio al Def
Dalla legge di Bilancio siamo passati al Def e alla possibilità di una manovra correttiva che tanto Salvini che Di Maio, coadiuvati dal premier, escludono e Tria che invece si limita a sperare non debba essere necessaria. Ma a differenza di allora ci sono già delle certezze con cui fare i conti. L’Italia è entrata in recessione e tutti gli istituti segnalano una crescita per quest’anno prossima allo zero. Prospettiva rafforzata dal crollo della produzione industriale, dal calo dell’export e dal blocco dei cantieri (non solo Tav). Ad aggravare la situazione la mancanza di misure anticicliche significative perché tali non sono ritenute né il reddito di cittadinanza né quota 100. Salvini e Di Maio lo sanno ma sono costretti a recitare il non possumus perché le elezioni incombono: dopo il test abruzzese di due settimane fa, domenica si replica in Sardegna, poi a marzo la Basilicata e l’appuntamento clou, il 26 maggio, con le europee (in contemporanea con il Piemonte). Un tour de force che il leader della Lega vuole si concluda con il primato del suo partito sull’alleato di Governo e il Capo del Movimento che lavora per limitare i danni e garantirsi la prosecuzione della legislatura. Impegno che anche Salvini, almeno a parole, vuole onorare. Anche se non sarà facile.

Il ruolo dei conti pubblici
Molto se non tutto dipenderà proprio da quei conti che oggi i due vicepremier fingono di non vedere. Artifizio praticabile fino a quando l’astrattezza dei numeri non si concretizzerà nella vita quotidina degli italiani . I due leader della maggioranza contano che questo bagno di realtà arrivi il più tardi possibile e comunque dopo le europee. Se così sarà, potrebbero riuscire ad evitare la manovra correttiva posticipando le decisioni al momento della stesura della legge di Bilancio per il 2020. Ma è solo una speranza. La certezza è che a settembre il governo dovrà trovare circa quaranta miliardi solo per coprire la clausola di salvaguardia Iva da 23 miliardi e altri 19 miliardi per sostenere reddito di cittadinanza e quota 100 che quest’anno sono costati meno solo perché il loro avvio è stato posticipato alla primavera inoltrata.

© Riproduzione riservata