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Chi è Solinas, l’indipendentista sardo scelto da Salvini

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Servizio |il neogovernatore sardo

Chi è Solinas, l’indipendentista sardo scelto da Salvini

Classe 1976, segretario del Partito Sardo d'Azione (alle regionali del 2014 al 4,7%), nonché senatore della Lega (i due movimenti hanno stretto una alleanza alle politiche 2018) il nuovo governatore della Sardegna, Christian Solinas, è stato il candidato del centrodestra unito. Ma ha avuto Matteo Salvini come sponsor. Un'alleanza che risale all'anno scorso. Solinas portò in dote un partito vecchio di 98 anni, il Partito Sardo d'Azione (che ha ancora nel suo statuto l’obiettivo di «condurre la Nazione Sarda all'indipendenza»), e ricevette in cambio un seggio senatoriale e l'alleanza di oggi.

Ex democristiano di rito cossighiano e ex assessore ai Trasporti nella giunta berlusconiana di Ugo Cappellacci, Solinas ha due fronti aperti nel suo curriculum. Il primo è l'accusa di aver bruciato un patrimonio con la «flotta sarda», cioè la fallimentare decisione di spingere la Saremar, la società regionale che gestiva i collegamenti con la Corsica e le isole minori, ad affittare dei traghetti per fare concorrenza alle grandi compagnie sulle rotte tirreniche: un disastro. Il secondo è di aver vantato una laurea al “Leibniz Business Institute”, nel New Mexico (gemellato con la Romania), istituto non riconosciuto dal Miur. Un episodio che gli è valso il poco lusinghiero soprannome di “Trota sardo” (nel senso di Renzo Bossi e del suo titolo di studio conseguito in Albania). Due mesi fa ha rimediato con una laurea in giurisprudenza a Sassari. È sostenuto da 11 liste, che vanno da Forza Italia al suo Psd'az, dalla Lega all'Udc ad altre quattro liste sardiste.

Nel suo intervento conclusivo alla Fiera di Cagliari, il 22 febbraio, Solinas ha bocciato senza mezzi termini la riforma sanitaria e ospedaliera della giunta precedente. «Cancelleremo quello che ha fatto il centrosinistra - ha detto - Dovunque sono andato mi hanno chiesto discontinuità. Questa riforma è stata
vissuta in maniera drammatica, le liste d'attesa sono aumentate. Ad oggi si aspettano 251 giorni per una mammografia, è vergognoso. A meno che non paghiate. Noi abbiamo un'idea di sanità diversa: al centro persone e territori. L’altro grande argomento è il lavoro. «Occorre ripartire da un nuovo modello di sviluppo assente in questi ultimi anni; si devono rimuovere gli svantaggi strutturali - ha concluso Solinas - vogliamo partire alla pari con le altre regioni d'Italia e d'Europa. Perché se partiamo alla pari, la partita ce la giochiamo».

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