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Dossier Energia, le big scommettono su innovazione e sostenibilità

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Dossier | N. 49 articoli Connext Vision Business Networking

Energia, le big scommettono su innovazione e sostenibilità

A Connext Enel ha presentato il progetto Futur-e, che darà  una seconda vita, coinvolgendo partner e  stakeholder dei territori,  a 24 siti in dismissione (nel rendering 3D di Human Company il progetto  di Porto Tolle)
A Connext Enel ha presentato il progetto Futur-e, che darà una seconda vita, coinvolgendo partner e stakeholder dei territori, a 24 siti in dismissione (nel rendering 3D di Human Company il progetto di Porto Tolle)

Un unico filo rosso: l’energia. Sviluppata, però, nel segno della sostenibilità e dell’innovazione. E con un occhio all’economia circolare ormai connaturata al modo stesso di fare business. È questa la lente attraverso cui leggere la strategia di alcuni grandi gruppi del settore energetico che considerano la capacità di dialogare con il territorio, di fare rete con tutti gli stakeholder, un tassello cruciale. Lo stesso messo al centro anche da Connext dove, non a caso, le grandi corporate come Eni ed Enel ne hanno ribadito la centralità.

Un simile approccio s’intravvede, dunque, lungo i quattro filoni che Enel ha rimarcato fortemente anche in occasione di quell’appuntamento: dalle proposte per le imprese in grado di generare un fattore competitivo alla riqualificazione energetica dei condomini con una nuova offerta “chiavi in mano” targata Enel X (la divisione dedicata ai servizi energetici avanzati), dalla mobilità elettrica a Futur-e, il progetto che punta a dare una seconda vita alle 23 centrali termoelettriche non più attive e a un’area ex mineraria. Tessere diverse, certo, ma accomunate dalla volontà di declinare l’energia non solo come semplice compravendita di una commodity. Ecco perché, nella già ampia offerta alle imprese, il gruppo guidato da Francesco Starace ha scelto di porre l’accento su tutti quei servizi innovativi, dagli impianti di cogenerazione alle fonti rinnovabili per la produzione, fino alle soluzioni di efficienza energetica, che consentono alle aziende di considerare l’energia come un driver di sviluppo. La stessa logica, quest’ultima, che attraversa anche alle altre tessere, a partire dalla nuova proposta di Enel X per i condomini: un pacchetto completo che consente la riqualificazione abitativa, ma anche una serie di vantaggi, come la riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti con il conseguente calo dei costi in bolletta, l’abbattimento della spesa per gli interventi oltre che l’aumento del valore degli immobili grazie al miglioramento della classe energetica. Mentre, sul fronte della mobilità elettrica, la rotta è stata tracciata dal piano nazionale per le infrastrutture di ricarica, presentato e avviato dal gruppo a fine 2017, che prevede circa 14mila punti di ricarica entro il 2020 per raddoppiarle nei successivi due anni, in modo da assicurare una copertura capillare in tutte le regioni con l’installazione di stazioni di ricarica a 22kilowatt (quick), a 50 kW (fast) e fino a 350 kW (ultrafast). A oggi, i nuovi punti di ricarica installati sono oltre 4.500 e si procede a un ritmo di oltre 150 installati a settimana. In questo modo, il gruppo punta ad accelerare la diffusione della mobilità elettrica nel Paese. E il Paese è al centro anche nel progetto Futur-e dove impianti e siti, che ne hanno sostenuto la crescita industriale, possono tornare a raccontare una nuova storia di sviluppo e innovazione sostenibile mediante la collaborazione con i territori e la creazione di valore condiviso.

Questi ultimi due driver guidano anche la strategia di Eni che, a Connext, ha puntato su due momenti di confronto per valorizzare le competenze nell’ambito delle aggregazioni di impresa e del modello di relazioni con il tessuto imprenditoriale, e per ribadire l’impegno e le azioni messe in campo nell’economia circolare. Da un lato, il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha così adottato il modello “dual flag”, in base al quale la compagnia affianca il Paese per sostenerne lo sviluppo locale attraverso importanti iniziative di supporto socio-economico con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder. E questo vuol dire innanzitutto dare accesso all’elettricità, ma anche promuovere un ampio portafoglio di interventi a favore delle comunità in cui l’azienda opera (dalla diversificazione delle economie locali a progetti per la salute e l’educazione, solo per citarne alcuni). Dall’altro, Eni ha intrapreso un approccio sistemico per supportare lo sviluppo sostenibile di lungo termine facendo leva sull’economia circolare. Così nella raffinazione, il gruppo, oltre a esser stato il primo a convertire una raffineria tradizionale in bioraffineria (Venezia e presto anche a Gela), sta lavorando sul recupero degli oli esausti di frittura domestica per produrre green diesel a supporto della mobilità sostenibile e sta sviluppando soluzioni tecnologiche per generare olio microbico da rifiuti di biomassa lignocellulosica (per esempio, la paglia di grano o quella del mais). Sempre per spingere la filiera dell’economia circolare, Eni ha poi sviluppato e brevettato la tecnologia “waste to fuel” che consente di utilizzare rifiuti urbani per produrre energia: i primi vengono trasformati tramite un processo di liquefazione in un olio riconosciuto come biocarburante avanzato da impiegare per il trasporto marittimo o per alimentare le raffinerie dell’azienda. Un circolo virtuoso che è stato avviato con un impianto sperimentale a Gela (con una capacità produttiva di bio olio della struttura stimata in circa 70 chilogrammi al giorno) e che è frutto del lavoro sinergico delle diverse realtà del gruppo, dalla ricerca a Syndial, il braccio ambientale. Ma la circolarità è un driver strategico anche per Versalis (chimica), che l’ha applicata ai processi e ai prodotti lungo tutto il loro ciclo di vita.

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