Il primo giorno di domande per il reddito di cittadinanza è filato via senza intoppi. Niente code o assalti agli uffici postali e ai Caf. Solo alle Poste il bilancio è di quasi 36mila istanze, mentre in circa 9mila hanno preferito il 'fai da te' (presentando la domanda online sul sito ufficiale del reddito) e 30mila sono le domande raccolte dai Caf. I paletti per delimitare il più possibile il reddito, peraltro, sono stati già inaspriti nel passaggio del decretone al Senato, che ancora deve concludere l’iter alla Camera. Solo a fine marzo quindi saranno aggiornati anche i moduli per fare la richiesta e si potrà tenere conto dei nuovi criteri. Nel frattempo l’Inps inizierà il vaglio delle domande e sarà da vedere quanti saranno i “fortunati” che già prima di Pasqua riceveranno la card con il nuovo sussidio.
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I controlli per divorziati e cambi di residenza
Con il testo attuale sono possibili divorzi e cambi di residenza last minute per avere un Isee più basso e dunque provare
a conquistare il reddito. Con le modifiche approvate al Senato scatterà anche il paletto che prevede che per chi si è separato
o divorziato dopo il 1 settembre deve dimostrare la nuova residenza presentando anche un verbale dei vigili urbani che dimostri
l'effettivo cambio. Non solo. Tra le modifiche ancora in attesa di essere approvate in Parlamento nei prossimi giorni c'è
anche quella che chi fa un cambio di residenza negli ultimi tre mesi non può farla valere nella domanda del reddito di cittadinanza.
Il ruolo dell’Inps
Sarà l’Inps che dovrà adottare un provvedimento ad hoc, sentito il Garante, per l’acquisizione delle informazioni necessarie
a verificare i requisiti di accesso al beneficio. Di qui una prima scrematura e l’invio dei dati alle piattaforme online.
Controlli e sanzioni
Successivamente alla ricezione della “card”, spetterà all’Ispettorato nazionale del Lavoro verificare se il percettore del
reddito lavora anche in nero. Probabili i controlli a campione. In base al testo del decreto, «chiunque, al fine di ottenere
il beneficio indebitamente, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni
dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni». Alla condanna in via definitiva consegue «l’immediata revoca del beneficio con efficacia retroattiva e il beneficiario
è tenuto alla restituzione di quanto indebitamente percepito».
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Il monitoraggio delle spese
La macchina dei controlli sarà pienamente operativa a fine aprile, termine entro cui adottare un decreto di concerto con
il Mef, sentito il Garante per la privacy, per il monitoraggio delle spese. Entro aprile il ministero guidato da Luigi Di
Maio dovrà anche stilare la lista dei Paesi extra Ue dai quali non è possibile ricevere documentazione su patrimonio e composizione
del nucleo familiare, uno dei 'paletti' aggiunti al Senato. In base alla modifica approvata, infatti, gli extracomunitari
- oltre al requisito base dei 10 anni di residenza di cui gli ultimi due continuativi confermato anche in Parlamento - devono
farsi certificare dal proprio Paese d'origine la situazione patrimoniale, reddituale e la composizione del nucleo familiare.
Un documento, questo, che poi ogni straniero dovrebbe anche farsi convalidare dal consolato italiano. Una procedura complessa
che potrebbe richiedere tempi lunghi e scoraggiare più di un potenziale richiedente.
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