L’idea di “cambiare la governance” di Inps e Inail reintroducendo per decreto i vecchi Cda, cancellati sempre per decreto una decina d’anni fa, ha prodotto al momento solo un risultato provvisorio. La nomina di Pasquale Tridico come commissario e di Adriano Morrone come sub-commissario, risponde alla sola emergenza di dare all’Istituto una rappresentanza legale senza la quale una serie di atti e funzioni restavano inevase. C’è voluto un mese per arrivare a questo punto. Ma tant’è. Che cosa succederà ora? Molto probabilmente nei prossimi tre mesi non cambierà nulla. È lecito immaginare, infatti, che dopo aver litigato sulla figura del vice, Mauro Nori, fino al suo ritiro di scena, Lega e Cinquestelle non riapriranno il dossier Inps fin dopo le elezioni europee.
La primavera di Quota 100 e del reddito di cittadinanza
In regime di commissariamento la tecnostruttura sta intanto lavorando le domande di pensionamento anticipato con “quota 100”,
con l’obiettivo della messa in pagamento dei primi assegni ad aprile. Mentre tra un paio di settimane dovrebbe partire il
primo vaglio delle domande del reddito di cittadinanza, visto che Poste caricherà tutti i moduli finora compilati il 20 marzo
mentre i Caf dovrebbero farlo entro il 26 marzo. Dall’Istituto filtrano poche notizie al momento: pare che sulle prime 13-15mila
domande per “quota 100” lavorate ne siamo state respinte il 20% (circa 3mila).
Aspettando il presidente, il suo vice...
Superato il momento comunicativo sui primi pagamenti delle pensioni con “quota 100”, a inizio aprile, e del reddito di cittadinanza,
a inizio maggio, i due partiti di governo potranno finalmente procedere alle nomine. Sulla carta Pasquale Tridico dovrebbe
essere indicato come presidente nel costituendo Cda, mentre quasi sicuramente uscirà di scena Adriano Morrone, dirigente di
seconda fascia dell’Istituto, docente a contratto alla Luiss, ex direttore generale di Enpaia e per tre anni capo segreteria
dello stesso Nori quando era direttore generale dell’Inps. Chi sarà il vice lo si capirà solo a quel momento, un momento che
potrebbe arrivare anche diversi mesi dopo il voto europeo se le tensioni politiche dovessero prevalere.
.... e il Consiglio di amministrazione?
Sulla scelta, poi, degli altri componenti del Consiglio di amministrazione, senza la cui costituzione non si può neppure procedere
allo spacchettamento delle deleghe tra presidente e vicepresidente, stando alla lettera dell’emendamento al decretone (articolo
25 lettera D), al momento si sa solo che i suoi membri dovranno essere scelti tra persone dotate di comprovata competenza
e professionalità, nonché di indiscussa moralità e indipendenza. Nulla di più e nulla di meno. Nella norma non c’è neanche
un richiamo alla parità di genere, per esempio, e tantomeno agli emolumenti che verranno riconosciuti ai consiglieri. Sulla
carta il Cda ridiventerà il cuore della governance Inps (e tra un anno di Inail). Approverà i piani annuali di programmazione,
il bilancio, il regolamento organico del personale e ogni altra funzione di indirizzo, lasciando la gestione al direttore
generale. Ma come, quando, con chi e contando su quali gettoni di presenza funzionerà questo vecchio/nuovo organismo, al
momento nessuno può dirlo.
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