Non è più in esilio Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria: la Cassazione ha annullato nella sua totalità, e non solo per la parte cautelare, l’ordinanza che gli imponeva da tre mesi l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, suo comune di residenza. La misura era stata disposta dalla procura di Catanzaro per l’accusa di abuso di ufficio e corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Lande Desolate”.
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Cassazione, «provvedimento abnorme»
La decisione giunge «su conforme parere del procuratore generale che ha definito abnorme il provvedimento e privo di fondamento
giuridico. Viola la legge», ha dichiarato l’avvocato Vincenzo Belvedere, che assiste il governatore insieme al collega Armando
Veneto, riferendo le parole del magistrato Marco dall’Olio. Che nella sua requisitoria ha condiviso tutti i motivi del ricorso.
«Dalla notifica del provvedimento - continua Belvedere - risulta che l’annullamento si riferisce all’insussistenza della gravità
indiziaria. È pertanto evidente che la Corte ha distrutto l’intero castello accusatorio».
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Oliverio, «giustizia e verità»
«È finito un lungo e freddo inverno. È arrivata la primavera. Verità e onestà non si calpestano», ha scritto nella notte Oliverio
sul suo profilo Facebook. Poi ha aggiunto: «La forza della giustizia si unisce a quella della verità. Non ho mai tradito la
fiducia dei calabresi. La mia azione di governo è stata sempre ispirata all’affermazione della legalità e ai valori dell’onestà
e della lealtà, necessari per il riscatto di questa terra ingiustamente segnata e martoriata, ma per la quale vale la pena
battersi anche a costo di sacrifici estremi. Ringrazio quanti mi sono stati vicino, a partire dalla mia famiglia e dai miei
cari, e i tantissimi cittadini che non sono stati mai sfiorati dal dubbio».
In attesa delle motivazioni
«Restiamo in attesa delle motivazioni - aggiunge Belvedere – poi capiremo come la procura deciderà procedere». La Direzione
distrettuale antimafia aveva riscontrato illeciti e irregolarità per gli appalti relativi all’ammodernamento dell’aviosuperficie
di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica. E considerato il ritardo del completamento di piazza Bilotti a Cosenza un
«tornaconto politico». Coinvolti tecnici, funzionari regionali e l’imprenditore Giorgio Barbieri, ritenuto vicino al clan
Muto di Cetraro, ma per il quale è decaduta l’aggravante del metodo mafioso contestata dai magistrati inquirenti.
Il Presidente torna in Cittadella
Il presidente della Regione Calabria, presto di nuovo nella Cittadella di Catanzaro, torna a svolgere la sua azione politica
e a esercitare le sue facoltà amministrative. Mai sospeso dall’ufficio era di fatto confinato nel perimetro del suo paese
d’origine. «Una condizione che rischiava di indebolire fatalmente la Calabria - ha commentato l’assessora regionale alla Cultura
Maria Francesca Corigliano - Sono stati mesi duri. Per lui, costretto a sospendere l’impegno istituzionale e politico. Per
noi, che abbiamo continuato a lavorare centuplicando gli sforzi per attenuare gli effetti della sua assenza».
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