Non solo la Cina in Italia ma anche l’Italia in Cina. In queste ore caratterizzate dalla visita del presidente Xi Jinping a Roma,e dal dibattito politico sull’adesione da parte dell’Italia, primo paese del G7, al progetto della Nuova via della Seta, il nono Rapporto annuale della Fondazione Italia Cina (edizione 2018 su dati dell’anno precedente, la prossima edizione dovrebbe essere pubblicata a maggio) racconta l’altra faccia della medaglia: oltre 1.700 imprese cinesi a partecipazione italiana, con circa 150mila addetti e un giro d’affari di 22 miliardi di euro.
450 imprese a capitale italiano domiciliate a Hong Kong
A queste imprese vanno sommate le 450 a capitale italiano domiciliate a Hong Kong, le quali contano circa 8mila addetti e
un giro d'affari di oltre 2,3 miliardi di euro. Nel complesso, il numero di imprese italiane direttamente presenti in Cina
o a Hong Kong – con uffici di rappresentanza, joint venture o WFOE (Wholly Foreign Owned Enterprise) – supera largamente le
2mila unità ed è più che raddoppiato negli ultimi quindici anni.
Export italiano in ripresa
I dati delle dogane cinesi evidenziano la miglior performance di sempre dell’export italiano in Cina, per la prima volta
sopra i 20 miliardi di dollari: i 20,41 miliardi superano infatti il record del 2014 e fanno segnare una crescita fortemente
significativa, superiore al 22%, mai così accelerata dal 2010. Il +22% dell'export italiano rappresenta la miglior crescita
di un Paese Ue in Cina. L'import italiano dalla Cina è invece pari a 29,28 miliardi di dollari (+10,24%, record dal 2011).
L'interscambio è dunque pari a 49,79 miliardi (+14,79%, record dal 2011). Il deficit italiano cala così del 9,79% a quota
8,86 miliardi, miglior risultato dal 2013. Il 3% dell’export italiano nel 2018 - circa 13,7 miliardi di euro - è destinato
al mercato cinese.
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