Con una velocità di crociera in netto rallentamento in quest'ultima settimana, ieri il flusso di domande per il pensionamento anticipato con "quota 100" ha sfondato la soglia psicologica delle 100mila unità. Inps ha comunicato in tarda serata che si è arrivati a 100.016, con un superamento delle domande da parte dei dipendenti pubblici (35.228) sui dipendenti privati (35.117), e con un elevata frequenza dal Sud, visto che dalle regioni meridionali sono arrivate 35.301 domande, cui si devono aggiungere le 3.138 del Lazio. Questo sbilanciamento - più dipendenti pubblici e più meridionali - non era nelle attese. E verrà rafforzato quando Inps e Miur daranno lo spaccato regionale delle oltre 40mila domande per "quota 100" provenienti dal comparto scuola, che Inps non resoconta nella comunicazione quotidiana sulle domande che arrivano via patronati (91.908) o direttamente sul sito online Inps (8.108).
Dunque tutto considerato, in attesa di una comunicazione ufficiale completa, non solo è stata superata quota 100mila ma saremmo già vicini a 150mila domande, circa la metà di quelle preventivate dal Ragioneria generale dello Stato nella relazione tecnica che accompagna il decreto, dalla settimana prossima al voto finale del Senato. Stando alle sole domande comunicate da Inps, ovvero senza la scuola, "quota 100" è stata opzionata per oltre il 70% da maschi e meno del 30% da femmine, mentre 79.683 sono di lavoratori con età compresa tra 63 e 65 anni, mentre solo 20.333 da chi ha già compiuto 65 anni.
Il nodo sostenibilità della spesa
Come andrà a finire questa lunga corsa verso il pensionamento anticipato con le nuove regole in sperimentazione, lo ricordiamo,
fino al 2021? E quali maggiori spese effettivamente può innescare? Dare una risposta oggi è prematuro. Bisogna sapere innanzitutto
quante pensioni "quota 100" entreranno effettivamente in pagamento, e con quale importo medio, da lunedì 1° aprile. Tre giorni
fa la direttrice generale dell'Inps, Gabriella Di Michele, ha parlato di 20-25mila nuove pensioni. Vale solo ricordare che
sull'ipotesi di 290mila nuove pensioni quest'anno è stata impegnata una maggiore spesa per 3,7 miliardi, che salgono a 7,8
l'anno prossimo e a 8,3 nel 2021, anno di fine sperimentazione, con la promessa del Governo di aver realizzato circa un milione
di maggiori pensionamenti complessivi, se oltre ai quotisti si considerano anche coloro che andranno in quiescenza prima grazie
all'anticipo mantenuto a 42 anni e 10 mesi a prescindere dall'età (41 e 10 se donne), e chi coglierà le opportunità date dal
cumulo e dalle proroghe di "opzione donna" e l'Ape sociale. Ma il consuntivo su quel milione di pensionati è lontano.
Più che doppiate le flessibilità Renzi-Gentiloni
Dopo aprile farà invece notizia il primo monitoraggio sulla maggiore spesa innescata, anche in chiave prospettica, come previsto
dalle norme della legge di Bilancio. Allora avremo un primo riscontro sull'adeguatezza del budget messo in campo per "quota
100" o se il governo dovrà invece cominciare a ponderare l'ipotesi prevista dalla legge di Bilancio: utilizzare come "vasi
comunicanti" i fondi stanziati per "quota 100" e quelli per il reddito di cittadinanza. Per ora vale far notare che in meno
di due mesi "quota 100" e le altre flessibilità prorogate e ampliate hanno dato risultati ben superiori a quelli raggiunti
in due anni dalle "flessibilità selettive" dei governi Gentiloni e Renzi: Ape sociale e le altre norme, in 24 mesi, non hanno
generato più di 60mila nuovi pensionamenti anticipati.
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