«Per vincere queste elezioni serve convincere le persone che l’Europa rappresenta un valore aggiunto. A chi auspica di tornare alla lira per tornare padroni del proprio destino dico che così si torna padroni soltanto della propria povertà». Federico Pizzarotti, primo cittadino di Parma (ex M5S), è a Roma per presentare insieme a Benedetto Della Vedova l’intesa tra i radicali di +Europa e il «partito dei sindaci» Italia in Comune (di cui Pizzarotti è presidente) per liste comuni alle europee (nome più probabile +“Europa in comune”). Pizzarotti sottolinea che i due soggetti «hanno diversi livelli di radicamento», dato che Italia in Comune nasce dall’esperienza di alcuni sindaci, e +Europa parte da una dimensione sovrannazionale, ma entrambe «condividono dei valori come quello che l’Europa è un valore aggiunto».
Come mai ha respinto il «corteggiamento» del segretario dem Nicola Zingaretti che le ha proposto di confluire in un listone
unico per le Europee?
Abbiamo preso contatti con Zingaretti quando è diventato segretario, ma abbiamo escluso questo tipo di possibilità perché,
vista anche la legge elettorale europea, meglio marciare divisi e colpire uniti.
Su quali temi c’è maggiore sintonia programmatica con +Europa?
Sul tema dei diritti e sulla modifiche delle regole della democrazia in Europa. A nostro avviso, ad esempio, e questo è un
punto non condiviso dai verdi francesi e tedeschi, bisogna dare più spazio e più potere al Parlamento europeo rispetto alla
Commissione. Occorre poi chiedere un maggiore contributo economico ai singoli Stati membri.
Come +Europa siete per il sì alla Tav, che invece è osteggiata dai Verdi. Eppure malgrado la divergenza di vedute sulla Tav
avevate praticamente chiuso un accordo per una lista comune proprio con i Verdi. Cosa vi ha fatto cambiare idea?
A far saltare l’accordo sono state «questioni programmatiche», a partire dalle tematiche legate ai processi decisionali in
ambito europeo. Ma anche «questioni di risultato». Con +Europa abbiamo maggiori possibilità di superare la soglia di sbarramento
del 4%. Siamo qui per fare politica e per eleggere delle persone che possano rappresentarci e cambiare le cose in Europa.
Alla fine abbiamo dovuto fare una scelta. Ed è stato il nostro direttivo nazionale, ad ampia maggioranza, a scegliere +Europa.
L’alleanza elettorale con +Europa per Strasburgo è un matrimonio di interesse circoscritto o è un progetto politico che guarda
anche alle amministrative e alle politiche?
Sicuramente l’alleanza vale per le amministrative, tanto più che si svolgono in concomitanza con le europee. In varie città,
come Modena, puntiamo a una lista comune. Del resto il dialogo c’è sempre stato. Basti pensare che anche a Parma, due anni
fa, in occasione delle elezioni per il mio secondo mandato, ho avuto l’appoggio di +Europa. Parlare delle politiche è invece
ancora prematuro.
“Alleanza con +Europa anche alle amministrative”
Ha parlato di necessità di una rivoluzione verde. Porterete in Europa le istanze della sostenibilità ambientale e di un ecologismo
pragmatico?
Sì certo. Con l’avvertenza che per noi la sostenibilità non è solo ambientale, ma deve essere anche sociale ed economica.
Penso ad esempio al tema dei diritti del lavoro. Sul piano strettamente ambientale ci interessano i temi della riduzione dei
rifiuti, a partire dall’eliminazione della plastica, e della mobilità. Ad esempio in Europa ai corridoi intermodali di merci
e persone che vanno potenziati.
C’è chi dice che non si può essere ambientalisti ed essere favorevoli alla Tav. Lei come risponde?
Che serve un approccio pragmatico, non ideologico. E che l’analisi costi-benefici voluta dal ministro Toninelli per la Tav
contiene parecchi punti deboli come lì dove include i mancati introiti dei pedaggi per il fatto che passano meno camion. Anche
il punto di vista di chi ritiene che l’alta velocità Torino-Lione sarà poco utilizzata è opinabile. Se ad esempio disincentiviamo
il trasporto su gomma, la Tav sarà molto utilizzata.
“Sulla Tav serve approccio pragmatico, non ideologico”
Si presenterà alle europee o come pure si dice punta a candidarsi come governatore in Emilia Romagna dove si vota a fine anno?
Ho la salda volontà di concludere il mio mandato a Parma, ma c’è da tener conto della dimensione nazionale del nostro Movimento,
quindi deciderò nelle prossime settimane. Sono disponibile a valutare entrambe le opzioni.
“Io candidato alle Europee o governatore in Emilia Romagna? Deciderò nelle prossime settimane”
Sarà “+Europa in comune” il nome della lista in arrivo?
Ci stiamo ancora lavorando. Sicuramente nessuna “bicicletta”. Non presenteremo due simboli ma un unico simbolo che tenga insieme
le due anime della lista.
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