La proposta di legge firmata da 70 deputati della Lega per «rendere più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale» è il nuovo dossier su cui Carroccio e Cinque Stelle assumono posizioni divergenti. La tensione all’interno della maggioranza sale nelle prime ore della mattinata, per poi “rientrare” dopo la frenata del leader del Carroccio Matteo Salvini, che ha lanciato un messaggio agli alleati di governo. M5S, è il messaggio, «non avrà problemi perché non ci sarà nessuna votazione da fare in Parlamento
L’altolà di Di Maio
«C’è una proposta di legge firmata da 70 deputati in Parlamento che punta a facilitare l’acquisto di armi per la difesa personale.
Nessun eletto del MoVimento la voterà. Nessuno! Anche perché più sicurezza non vuol dire certo più armi in strada, al contrario.
Andiamo avanti col contratto di governo, rispettando la volontà dei cittadini». Così Luigi Di Maio, capo politico M5S, in
un post su Facebook.
Conte: governo non intende incentivare vendita armi
A stoppare la proposta è anche il presidente del Consiglio. «Non è un obiettivo del governo quello di incentivare la vendita
delle armi», ha sottolineato Conte al suo arrivo ad Assisi. «Se ci fossero delle iniziative legislative e parlamentari su
questo - ha aggiunto - saranno iniziative legislative e non governative».
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Salvini: non voglio in giro mezza pistola in più
A dare la linea del Carroccio, dopo lo stop pentastellato alla proposta dei deputati leghisti, è Matteo Salvini. «Per quello
che mi riguarda - ha affermato - la legittima difesa garantisce più diritti e più tutela alle vittime. Non voglio in giro
nemmeno mezza pistola in più, quindi invito l’amico Di Maio a occuparsi di ciò che il Parlamento farà, non di quello di non
è all’ordine del giorno. Non avrà problemi perché non ci sarà nessuna votazione da fare in Parlamento. Di Maio si preoccupi
di ciò che arriva in Parlamento, non arriverà mai una proposta sulla maggiore diffusione delle armi».
M5S, pdl su armi in commissione ma bene Lega contraria
«La proposta di legge sulla facile diffusione delle armi in Italia - si legge in un post su facebook del M5S - non solo è
arrivata in Parlamento, ma è stata persino già assegnata in Commissione Affari Costituzionali alla Camera. Siamo ben felici
di sapere che, malgrado le 70 firme, la Lega sia contraria. Meglio così, abbiamo chiuso un tema prima ancora di aprirlo. Perché
come ha detto già Luigi Di Maio: noi un Paese con la libera circolazione delle armi non lo vogliamo. E non lo vogliono gli
italiani».
Cosa prevede la proposta leghista
«Ai sensi della normativa vigente - si legge nel testo della proposta («Modifiche agli articoli 2 della legge 18 aprile 1975,
n. 110, e 11 della legge 21 dicembre 1999, n. 526, in materia di armi comuni da sparo») - sono considerate armi comuni da
sparo, oltre ai fucili, alle rivoltelle e alle pistole a funzionamento semiautomatico, anche le armi denominate « da bersaglio
da sala », quelle ad emissione di gas, nonché quelle ad aria compressa o gas compressi, i cui proiettili eroghino un'energia
cinetica superiore a 7,5 joule. Per acquistare un'arma dotata di potenza inferiore - continua il documento - le procedure
sono molto semplificate, in quanto è sufficiente aver compiuto la maggiore età ed esibire un documento d'identità in corso
di validità. L'obiettivo della presente proposta di legge è quello di rendere più agevole l'iter per acquistare un'arma destinata
alla difesa personale, aumentando da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è
necessario il porto d'armi».
Salvini: via rito abbreviato per alcuni reati
Incassato il via libera alla riforma della legittima difesa, la Lega guarda avanti. Se la proposta sulle armi sembra frenare,
dopo le indicazioni fatte trapelare fonti del Carroccio, Salvini ha chiarito il prossimo passo: «Sarà legge dello Stato -
ha spiegato - anche l’eliminazione del rito abbreviato e dello sconto di pena per alcuni reati particolarmente gravi, e lo
sarà entro questa primavera».
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