Il varo del decreto legge per la crescita - approvato ma "con riserva", quindi suscettibile di modifiche anche rilevanti nei prossimi giorni - al centro del Consiglio dei ministri convocato nel pomeriggio a palazzo Chigi. Sul tavolo anche l'aggiornamento delle norme per velocizzare i rimborsi ai risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie. Dopo le tensioni nella maggioranza degli ultimi giorni, al termine della riunione, iniziata in ritardo e durata circa tre ore, nel decreto crescita non sono entrate le norme volute inizialmente dal ministro dell'Economia Giovanni Tria che avrebbero modificato gli accordi assunti con le associazioni di risparmiatori.
All'indomani del rinvio, da Bucarest dove si trova per partecipare all'Eurogruppo informale, Tria usa ton rasicuranti sulle sue intenzioni: «Vogliamo pagare tutti, quindi bisogna fare in modo che possano essere pagati nel più breve tempo possibile». Ma, aggiunge, «ovviamente bisogna pagarli secondo le regole, perché altrimenti non si possono pagare». Parole che escludono un suo passo indietro sulla necessità di incentrare la procedura su un "giudizio" puntuale sulle frodi che le norme europee impongono prima di accordare gli indennizzi con fondi pubblici. «Non ci sono posizioni differenti, stiamo cercando la norma più adatta per pagare tutti», conclude poi.
Il pacchetto di misure correttive alla legge di Bilancio sollecitato dal Mef per mettere al sicuro la procedura di rimborso dai rilievi di Bruxelles prevede l'affidamento alla Consap (società controllata dal Tesoro) della gestione dei servizi di supporto alla commissione tecnica chiamata a esaminare le domande. E l'introduzione del requisito dell'«indipendenza» - oltre a quelli già previsti di «competenza, onorabilità e probità» - per i nove commissari. Per tutti i risparmiatori truffati, a prescindere da limiti reddituali o di patrimonio mobiliare, l'indennizzo passerà quindi dalla commissione tecnica, che metterà sotto esame le varie situazioni, tipizzate da un terzo correttivo alla manovra. In questo modo il ministero ottiene la "blindatura" giuridica per i suoi funzionari dal rischio di incappare in procedure contabili per danno erariale, conseguenza di una procedura di infrazione Ue se gli indennizzi riconosciuti dallo Stato non fossero allineati alle regole europee e ai paletti dell'Antitrust Ue.
«Nessuna norma può essere inserita senza accordo delle associazioni» ha detto Di Maio in Cdm. In questo scenario, il premier Conte ha annunciato in una nota: «Lunedì incontrerò le associazioni dei risparmiatori vittime delle crisi bancarie, un passaggio che riteniamo importante per confrontarci con le persone direttamente coinvolte e dal quale auspichiamo di trarre il decisivo contributo che ci consentirà di definire i passaggi tecnici conclusivi al fine di pervenire alla migliore soluzione utile a rimborsare tutti i risparmiatori coinvolti». L'appuntamento con le associazioni dei risparmiatori è per lunedì prossimo alle ore 12, mentre una nuova riunione del Consiglio dei ministri si potrebbe tenere martedì 9 aprile. Al termine del Cm, Di Maio ha sottolineato che «l'obiettivo resta quello di risarcire direttamente i risparmiatori con la norma messa in Legge di Bilancio e con le soluzioni tecniche che condivideremo con loro. Non è possibile che si perda altro tempo. Lunedì si incontrano, si trova una soluzione tecnica per un indennizzo diretto e non per arbitrati, misselling o altro. Dopodiché la pazienza è finita sia loro che nostra», ha concluso.
La reazione della Lega a un rinvio che non risolve le tensioni politiche non tarda ad arrivare. «Troppi no e troppa lentezza. Serve un cambio di passo. La Lega vuole più concretezza. Ci aspettiamo risposte serie e reali per i risparmiatori», fa sapere in serata il Carroccio, che pretende per lunedì «lo sblocco agli indennizzi per i truffati» e dice «basta bloccare il Paese con i no». «Devono partire cantieri, opere, flat tax, bisogna togliere la burocrazia inutile, riformare il Codice degli appalti, fare la riforma della giustizia per avere tempi certi. Alle parole ora devono seguire i fatti», chiariscono poi fonti del partito dopo l'ennesimo via libera "salvo intese" del Governo Conte . Dall'opposizione di sinistra arriva invece l'attacco del vice presidente della Camera Ettore Rosato (Pd). «Un consiglio dei ministri iniziato un'ora dopo, durato più di tre ore si conclude con un nulla di fatto sui risparmiatori truffati (cioè ancora niente rimborsi) e nulla di fatto sulla crescita (il decreto c'è ma salvo intese, cioè "tutto da decidere, tutto da scrivere"). Non è un governo, è "Scherzi a parte"», ironizza su Facebook.
A parte le "norme Tria" su banche e risarcimenti, al momento accantonate, nell'elenco delle misure previste dal decreto crescita - passato dai 38 articoli in entrata ad oltre cinquanta - spicca il via libera alla conversione di una parte del prestito ponte dello Stato per Alitalia (di 900 milioni di euro, concesso alla compagnia nel maggio 2017) in equity. Questo permetterebbe al Tesoro di entrare eventualmente nella newco per la nuova Alitalia con una quota che, nelle ipotesi finora indicate, potrebbe essere al 15 per cento. Oltre a una nuova rottamazione per multe e tasse locali dei Comuni finora esclusi (perché non si avvalevano della ex Equitalia) il provvedimento interviene anche sulla tutela del Made in Italy istituendo un registro nazionale per i marchi con almeno 50 anni, e un fondo per la tutela da 100 milioni di euro. Per contrastare l'italian sounding arriva anche un contrassegno di Stato "made in Italy", da usare sui mercati extra-Ue, volontario e a pagamento. Inserite nel decreto crescita anche molte misure fiscali come il superammmortament, la deducibilità dell'Imu sui capannoni oltre il 60%, la riduzione dell'Ires, l'estensione del sismabonus, oltre a norme per promuovere gli investimenti delle casse previdenziali nell'economia reale. E poi misure per il rilancio investimenti privati, con la riorganizzazione del Fondo di garanzia delle Pmi, i minibond, e il sostegno alla capitalizzazione delle imprese e alla ricerca e sviluppo.
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«Con il decreto crescita abbiamo stanziato 500 milioni di euro in favore dei Comuni di tutta Italia per avviare opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo sostenibile sul territorio. Si tratta di un piano straordinario per rilanciare la spesa per investimenti dei Comuni e dare un impulso massiccio alla crescita sostenibile», esulta a riunione ancora in corso il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro (M5S), dando l'annuncio dell'approvazione della norma. I cantieri nei Comuni per il risparmio energetico, a partire dai lampioni, o per la messa in sicurezza degli edifici pubblici dovranno essere avviati entro metà ottobre. I fondi, proporzionati alla popolazione residente, saranno invece assegnati con Dm dello Sviluppo economico entro il 25 aprile e arriveranno in due tranche: una prima quota a titolo di anticipazione e il saldo a conclusione dei lavori. Chi non fa partire le opere entro il 15 ottobre perderà il contributo.
All'ordine del giorno anche il disegno di legge "Salva mare", la cui approvazione è annunciata via Facebook mentre il Cdm è ancora riunito dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa: «Ce l'abbiamo fatta, è iniziata la guerra alla plastica. Siamo solo al primo passo ma fondamentale». Il ddl per la «promozione del recupero dei rifiuti in mare e per l'economia circolare» autorizza i pescatori a riportare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti, senza il rischio di essere accusati di trasporto illecito di rifiuti. Per Costa si tratta di «una grande vittoria per il nostro mare, finalmente iniziamo a ripulire il mare dalla plastica e lo facciamo con degli alleati eccezionali, i pescatori. Quella della plastica in mare è un'emergenza planetaria, dobbiamo affrontarla adesso, non si può rinviare».
Ok del Consiglio dei ministri anche al Ddl contro il disseto idrogeologico, ribattezzato "Cantiere Ambiente". «Il disegno di legge - spiega il ministero in una nota - vuole razionalizzare la normativa in materia di dissesto idrogeologico in quanto, allo stato attuale, manca una legge quadro sul tema mentre vi sono numerose disposizioni frammentate e disarticolate all'interno di decreti legge e leggi ordinarie». Quanto agli interventi in atto, secondo il ministero dell'Ambiente «c'è un oggettivo ritardo nella progettazione da parte delle regioni, abbiamo un tasso medio di spesa del 7% e in questi mesi ci siamo confrontati con loro per poter migliorare il sistema».
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