Nel 2021 chiude la gestione commissariale del debito storico di Roma. Smette di esistere dunque la struttura del governo creata per gestire la quota accumulatia che oggi ammonta a oltre 12 miliardi di euro. «Una sorta di bad company» per usare le parole della sindaca Virginia Raggi, in cui «nel 2008 sono stati inseriti miliardi di debiti, arrivati attualmente a oltre 12. Oggi - annuncia la prima cittadina insieme alla viceministro dell'Economia Laura Castelli - chiudiamo i conti con il passato. Questa attività consente di mettere in sicurezza i conti da qui al 2048».
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L'operazione secondo le previsioni libererà risorse in favore del Campidoglio per 2,5 miliardi fino a quella data consentendo, dal 2021 («se tutto procede da programma»), di ridurre in modo progressivo l'addizionale attualmente vigente. «I romani pagano l'Irpef più alta di Italia e inizieremo a ridurla. Si inverte la rotta», annuncia la sindaca di Roma. Non funzionerà più l'organismo che fa capo la presidenza del Consiglio dei ministri istituito ad hoc per definire, e rimborsare, le pendenze del Comune di Roma fino al 28 aprile 2008.
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Grazie a una norma inserita nel decreto legge crescita, che sarà oggi all'esame del Consiglio dei ministri, si individua una strategia finanziaria che consentirà di mettere in sicurezza il piano di rientro del debito fino al 2048 dando nel contempo piena copertura ai 12 miliardi di debiti in essere. Allo stato attuale si prevede che la gestione commissariale avrà una crisi di liquidità a partire dal 2022, con possibili ripercussioni sul bilancio del Comune. Per scongiurarla lo Stato si farà carico di una parte dei debiti compensandoli con una riduzione del contributo destinato ogni anno dallo Stato alla gestione commissariale (pari a 300 milioni).
Come spiegato dalla viceministro dell'Economia Castelli «lo Stato si accolla una parte del debito finanziario e riduce i costi che dà alla gestione commissariale. È un'operazione win-win. I cittadini italiani non pagheranno l'operazione». Dalla sua l'assessore al Bilancio di Roma Gianni Lemmetti dice cje con oggi «si segna uno spartiacque. È un'eredità che lasciamo agli amministratori futuri perché si sa che 2021 scade il primo mandato della Raggi. È l'eredità che noi lasciamo al futuro, agli amministratori della città chiunque essi siano. In collaborazione con il governo lasciamo eredità positiva di 2 miliardi e mezzo da poter investire in città».
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