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7/10 Il decreto Crescita 2019: incentivi per il rientro dei cervelli

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    APPROVATO «SALVO INTESE»

    Dalle multe all’Imu sui capannoni, ecco le novità del decreto crescita

    Alla fine il via libera del governo, dopo un acceso Consiglio dei ministri durato oltre tre ore, è arrivato. Ma quello al decreto crescita è stato un via libera «salvo intese», il che significa che il testo non è definitivo ma subirà modifiche e integrazioni. Un articolato, quello del provvedimento su cui punta l'esecutivo giallo verde per rilanciare una crescita al palo, che ha imbarcato undici nuove norme presentate dallo Sviluppo economico, acquisendo la parvenza di una “decreto omnibus”. Cinquanta disposizioni in tutto, che spaziano dal pacchetto fiscale, con il ritorno dei superammortamenti e dall'aumento progressivo della deducibilità dall'Ires e dall'Irpef dell'Imu pagata per i capannoni alle tutele per il Made in Italy, dal prestito ponte di Alitalia agli incentivi per il rientro dei cervelli, all'immunità limitata a manager e commissari dell'Ilva. Il decreto ha perso il dossier più delicato: quello sui rimborsi ai risparmiatori, rinviato alla prossima settimana. Ecco alcuni dei punti principali del provvedimento.

    7/10 Il decreto Crescita 2019: incentivi per il rientro dei cervelli

    Rafforzati gli incentivi per il rientro dei cervelli. Sale da quattro a sei anni il regime di favore fiscale introdotto nel 2010 per docenti e ricercatori che trasferiscono la residenza in Italia a partire dall'anno 2020. Una durata che potrà essere ulteriormente prorogata a 8, 11 e 13 anni, in presenza di specifiche condizioni (sulla base del numero di figli minorenni e nel caso di acquisto di una casa in Italia). Semplificate poi le procedure per il patent box. Per beneficiare della tassazione agevolata sui redditi derivanti dall'utilizzo di brevetti, marchi e altri beni immateriali i contribuenti potranno scegliere di calcolare e indicare direttamente in dichiarazione il beneficio. In alternativa all'attuale procedura che prevede, invece richiesta e contraddittorio con l'agenzia delle Entrate. La variazione in diminuzione deve essere ripartita in tre quote di pari importo, nell'anno di imposta nel corso del quale è esercitata l'opzione e i due successivi.

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